Il decreto semplificazioni approvato lo scorso 7 luglio «salvo intese» deve essere ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale.Nei prossimi giorni (fra venerdì e l’inizio della settimana prossima) è atteso poi il Consiglio dei ministri sullo scostamento di bilancio per finanziare la manovra d’estate
di Andrea Gagliardi e Andrea Marini
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Dopo il via libera definitivo del decreto Rilancio (con la fiducia al Senato) ci sono ancora importanti provvedimenti per la maggioranza giallo-rossa da mandare in porto prima della pausa estiva. Con le commissioni che quest’anno dovrebbero chiudere due sole settimane, dal 10 al 24 agosto. Il decreto semplificazioni, ad esempio, approvato lo scorso 7 luglio «salvo intese» dopo un Cdm fiume durato oltre sei ore, deve essere ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale. Si tratta di un provvedimento strategico perché contiene le norme che, in base alle valutazioni del governo, dovrebbero accelerare l’apertura dei cantieri e gli investimenti, una volta che saranno messi a disposizione i fondi europei del Recovery Fund
Tempi stretti per la manovra estiva
Nei prossimi giorni (fra venerdì e l’inizio della settimana prossima) è atteso poi il Consiglio dei ministri sullo scostamento di bilancio per finanziare la manovra d’estate con cassa integrazione, fondi a comuni e regioni e aiuti ai settori più colpiti dalla crisi. I tempi per costruire le basi della manovra sono stretti. Perché il decreto va approvato dalle Camere entro la prima metà di agosto, e l’esperienza insegna che fra audizioni e voto la richiesta di scostamento ha bisogno di più giorni in Parlamento.
Il nuovo deficit da 18-20 miliardi
L’esigenza principale è quella di mettere in sicurezza la cassa integrazione; in attesa della riforma degli ammortizzatori sociali, su cui le discussioni sono appena state avviate, e dei fondi del Sure ancora impegnati nelle prime tappe dell’iter. Il nuovo scostamento nei calcoli del Mef non dovrebbe superare di molto il punto di Pil attestandosi fra 18 e 20 miliardi; anche se come nelle occasioni precedenti non mancano le spinte nella maggioranza a salire di più. Perché in lista d’attesa ci sono le Regioni (si vota per sette presidenti a settembre), i Comuni, che in questi giorni attendono i 2,1 miliardi del fondo del Dl 34 (stasera è atteso l’accordo con il governo sui criteri di distribuzione) ma puntano a ottenere altri 1,5-2 miliardi dal nuovo decreto, e i settori più colpiti dalla crisi, dall’automobile al turismo, che chiedono aiuti immediati visti i tempi lunghi delle misure che potranno essere finanziate dai fondi Ue.
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