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Dl Sicurezza bis, maggioranza alla conta

VOTO AL SENATO

Cinque i “dissidenti” pentastellati. La compattezza degli alleati attende adesso un ulteriore test mercoledì mattina, quando saranno discusse e votate sempre a Palazzo Madama le mozioni sulla Tav

di Nicola Barone e Vittorio Nuti

5 agosto 2019


Dl Sicurezza bis, dalle maximulte alle Ong al Daspo fino a 10 anni allo stadio

3′ di lettura

Con 160 sì il Senato ha approvato la questione di fiducia al decreto Sicurezza bis che, ottenuto l’ultimo via libera del Parlamento, sarà dunque legge al momento della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Cinque gli assenti tra le fila del M5S che non hanno quindi votato la fiducia: si tratta di Virginia La Mura, Matteo Mantero, Michela Montevecchi, Lello Ciampolillo ed Elena Fattori. Assente anche la senatrice cinquestelle Bogo Deledda che ha però problemi di salute.

Per la Lega mancavano Umberto Bossi (sempre per ragioni di salute) e Massimo Candura per motivi personali. Come anticipato FdI si è astenuta mentre Forza Italia non ha partecipato al voto pur rimanendo in Aula. Assenti infine anche i sei senatori a vita.

La compattezza degli alleati attende ora un ulteriore test mercoledì mattina, quando saranno discusse e votate sempre a Palazzo Madama le mozioni sulla Tav.

Dl in Aula senza relatore
«Il decreto Sicurezza bis, più poteri alle forze dell’ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è legge. Ringrazio voi, gli Italiani e la Beata Vergine Maria». Su Facebook il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini saluta così il risultato.

Assai aspre invece le polemiche da parte dell’opposizione quanto ai contenuti e la procedura seguita. «Ancora una volta questo governo umilia il ruolo del Parlamento, ci costringe a ratificare un decreto senza poterlo realmente discutere: testo blindato, emendamenti ignorati, il compito dei senatori si limiterà a timbrare, qualcuno felice e altri meno, il volere dei capi, anzi del Capitano. Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell’aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia», ha dichiarato tra gli altri il dem Pietro Grasso nel corso del pomeriggio.

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