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Dopo il caso Diciotti, lo scontro tra Salvini e la magistratura si sposta sulla legittima difesa

Dopo il caso Diciotti, con il Senato che alla fine ha detto no alla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata nei suoi confronti dai magistrati del tribunale dei ministri di Catania, la partita tra Matteo Salvini e i magistrati si gioca sul campo della legittima difesa.

Il faro acceso dal Csm a tutela dei magistrati di Catania

Tutto questo mentre il dossier legato alla nave della Guardia costiera registra un altro capitolo: è infatti al vaglio della Prima Commissione del Csm la pratica a tutela dei magistrati della città siciliana che, secondo la maggioranza dei consiglieri togati, sarebbero stati vittime di «una violenta campagna denigratoria», partita dopo una diretta Facebook del titolare del Viminale.

L’altra partita: legittima difesa martedì alla Camera
In attesa di conoscere l’esito di questa procedura, lo sguardo si sposta alla Camera, dove martedì torna il ddl sulla legittima difesa, dopo il rinvio “tecnico” chiesto dalla Lega per consentire all’altra forza politica di maggioranza, i Cinque Stelle, di far rientrare i malumori di chi, tra i deputati pentastellati, è contrario alle misure previste nel provvedimento, cavallo di battaglia del Carroccio. Salvini prova a blindarlo e annuncia che «la legittima difesa sarà legge entro marzo».

Lo stop dei magistrati: gravi profili di incostituzionalità

Perplessità sul provvedimento sono condivise dall’Associazione nazionale magistrati che tramite il suo presidente Francesco Minisci parla di «gravi profili di incostituzionalità». «Le dichiarazioni dell’Anm – replica il responsabile del Viminale -sono di una gravità assoluta, non spetta a un magistrato dire quale legge bisogna fare e non fare».

I nodi messi in evidenza nell’audizione in Commissione giustizia

Già durante le audizioni nella commissione Giustizia, Minisci ha elencato le sue perplessità sul disegno di legge che modificherebbe l’articolo 52 del codice penale: incostituzionalità (il ddl fa differenza «tra la legittima difesa e le altre scriminanti, che hanno invece tutte la stessa dignità») e inutilità della riforma («il tema è sufficientemente regolamentato»). Inoltre, «si lancia il messaggio che se succede un fatto astrattamente riconducibile alla legittima difesa, non si deve fare nessun accertamento. Ma non è possibile perché se un soggetto muore, le indagini il pm le deve fare».

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