E’ il più bersagliato dai comici (Crozza in primis) e sui social. Il ministro Toninelli ha raggiunto una popolarità per quanto riguarda le gaffe in poco più di due mesi da record. La sua battaglia contro le grandi opere sono finora solo slogan …
E fu così che lo chiamarono Toni Nulla. Non è casuale se dopo due mesi e mezzo dall’insediamento del Governo Conte il ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli sia il più bersagliato dai comici e nei social. Diciamo che il giovane di Crema ci mette molto del “suo”.
Nei giorni scorsi su Instagram ha pubblicato una foto in cui appare felice e spensierato sulla poltrona dei suo coiffeur con la scritta “Ho revocato la revoca della concessione al mio barbiere”. Una triste ironia che fa subito pensare alla tragedia del ponte Morandi, una questione sulla quale il ministro dice di voler revocare la concessione ad Autostrade. Ma il peggio di se’ lo ha dato durante la trasmissione “Porta a porta” condotta da Bruno Vespa. Toninelli che sorride soddisfatto accanto a Vespa davanti al plastico del viadotto che ha ucciso 43 persone. Un sorriso davvero fuori luogo.
Ed è anche poco informato. Visto che di recente ha scritto nel blog di partito “la famiglia Benetton era ed è azionista di punta di Repubblica e l’Espresso”. Niente di più infondato. Toninelli è uomo di punta di Di Maio e a casa sua lo conoscono bene, visto che quando si candidò in consiglio comunale nella sua cittadina, appunto Crema, portò a casa la miseria di 7 preferenze.
Eppure continua la sua guerra personale contro la Tav veneta, la Tav in Piemonte ed il Mose a Venezia (che con tutta probabilità mai sarà funzionante)
Eppure durante le tragedie i politici della Prima Repubblica (democristiani, compagni, socialisti e repubblicani) forse grazie ad una grande scuola politica o ad un’educazione d’altri tempi, riuscivano ad avere le facce da circostanza. E non a mandare wattsapp durante il funerale di Genova (vedi onorevole Rocco Casalino). Situazione triste. Quando oggi vediamo all’opera questa nuova classe politica torna alla memoria il titolo di un film con Benigni e Troisi: “Non ci resta che piangere”.
Foto sotto: il Mose a Venezia, opera criticata dal ministro Toninelli (wired.it)