Il premier chiederà a Bruxelles passi in avanti importanti sull’economia, con la revisione del patto di stabilità , e sui migranti con la riforma del Trattato di Dublino.
di Marzio Bartoloni
Governo lavora alla manovra fra nodo superticket e Atlantia
2′ di lettura
C’è molta Europa nel test del voto di fiducia che Giuseppe Conte si prepara ad affrontare alla Camera. Il nuovo profilo europeista sarà sottolineato dal premier nel suo discorso anche se nel segno di un dialogo «critico e costruttivo» con l’Europa a cui chiederà passi in avanti importanti sull’economia, con la revisione del patto di stabilità per consentire di finanziare investimenti nella scuola, nella Sanità e nelle infrastrutture. Ma a Bruxelles Conte sottolineerà anche l’esigenza di una svolta sui migranti per marcare le differenze con la pesante eredità lasciata da Salvini.
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Il discorso di Conte non potrà che partire dagli oltre 20 punti del programma del Governo giallo-rosso. Ma con un forte accento europeista che si spera possa contare anche sulla conquista del portafoglio degli Affari economici per il commissario Paolo Gentiloni. Un risultato (il nodo sarà sciolto martedì) che suonerebbe come un viatico ancora più forte per il nuovo Esecutivo che – come ricorderà anche Conte nel suo discorso in Parlamento, lunedì alla Camera e martedì al Senato – insisterà con Bruxelles sulla necessità di rivedere il Patto di stabilità, in asse con l’esortazione di venerdì del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma all’Europa Conte chiederà anche di riformare radicalmente il Trattato di Dublino per affermare una volta per tutte il principio della redistribuzione dei migranti a fianco al rilancio della strategia dei corridoi umanitari. Il premier elencherà anche le altre bandiere del programma: semplificazione, «green new deal», investimenti, soprattutto per scuola, sanità, ricerca e infrastrutture.
Il nuovo Esecutivo sulla carta ha i numeri per incassare la fiducia superando la maggioranza assoluta di Camera(316) e Senato (161), anche se per la fiducia basterà la maggioranza semplice dei presenti. A Palazzo Madama la maggioranza è meno ampia, si tratterà dunque del primo e vero test dell’esecutivo. Sono infatti 340 alla Camera e 163 al Senato, i voti blindati su cui potrà contare il governo Conte bis lunedì e martedì al momento della fiducia nei due rami del Parlamento. Numeri che si ottengono sommando i seggi dei tre gruppi parlamentari (M5s, Pd e Leu) che sostengono il nuovo esecutivo, sottraendo i parlamentari dissenzienti e gli assenti giustificati. A questi potrebbero comunque aggiungersi altri voti favorevoli, compresi quelli dei senatori a vita.
Subito dopo il doppio voto di fiducia il premier Conte volerà a Bruxelles già mercoledì all’indomani della presentazione della nuova Commissione da parte di Ursula von der Leyen dove il negoziato per definire la squadra è alle sue battute finali. C’è grande attesa per la possibile ‘assegnazione a Paolo Gentiloni di un portafoglio di grande rilievo come quello degli affari economici, oggi nelle mani del socialista francese Pierre Moscovici. Sul tavolo dell’incontro tra il premier italiano e la presidente della Commissione Ue, chiusa la partita dei commissari, si parlerà con
tutta probabilità di immigrazione e della prima legge di bilancio, cioè i dossier più caldi per l’Italia.
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