Incompatibili. Sono 36 – fra parlamentari e consiglieri regionali – i candidati alle europee che ricoprono incarichi incompatibili con quello di europarlamentari. Politici pluricandidati che non siederanno mai sugli scranni del Parlamento europeo. Messi in lista come “acchiappavoti”. A puntare l’obiettivo sulle liste per le europee del 26 maggio quelli di OpenPolis, associazione indipendente che promuove la trasparenza e la partecipazione democratica dei cittadini della rete. E fa le pulci da sempre alla politica.
“Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e a una delle Camere del Parlamento, a un altro Consiglio o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo”
Articolo 122 della Costituzione
Il bivio dopo le elezioni
In caso di elezione i candidati si troverebbero dinanzi a un bivio: andare al Parlamento europeo o restare sulla poltrona attuale. «Per molti casi l’opzione di andare a Bruxelles – spiegano sul caricometro di OpenPolis – non sembra nemmeno percorribile, rendendo quindi le candidature “pubblicitarie”, piuttosto che reali». Ovviamente non è illegale farle. Ma per OpenPolis è una pratica che «lede il rapporto tra elettori ed eletti».
Fra i pluricandidati Salvini e Meloni
«Per alcuni – sottolineano ad OpenPolis – la scelta è palese già da ora e la candidatura sembra quindi più una scelta pubblicitaria per il partito, che un reale impegno nell’andare al parlamento europeo». È il caso per esempio di 4 leader politici nazionali: Salvini (Lega), Meloni (Fratelli d’Italia), Bonino (+Europa), Fratoianni (Sinistra italiana). Non ci sono pluricandidature nelle file del M5S.
Matteo Salvini, leader della Lega, vicepremier e ministro dell’Interno, certo non lascerebbe i prestigiosi incarichi che ricopre attualmente per il Parlamento europeo. Difficile che la leader di Fdi Giorgia Meloni, consigliere comunale di Roma e deputata a Montecitorio lascerebbe i suoi incarichi nella Capitale per volare a Bruxelles. Emma Bonino, esponente di spicco dei radicali italiani, senatrice, leader di +Europa, è candidata come capolista nella circoscrizione Italia centrale. Anche il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni , deputato, è candidato nella stessa circoscrizione. Per entrambi, come per i due leader del centrodestra, sembra difficile ipotizzare un reale passaggio al parlamento europeo.
Ci sono dieci deputati e sette senatori
Ma chi sono i 36 incompatibili? Diciannove sono consiglieri regionali: quattro termineranno il proprio incarico nei prossimi mesi. Poi ci sono dieci deputati e sette senatori. I partiti politici con più candidati coinvolti sono Fratelli d’Italia, con 13 tra consiglieri regionali o parlamentari che corrono per un seggio a Bruxelles, Forza Italia e Lega entrambi con 7, e infine il Partito democratico con 4.
Nessun piano B per Smeriglio
Ma c’è anche chi si è candidato senza avere un piano B. È il caso di Massimiliano Smeriglio che ha rassegnato le sue dimissioni da vice presidente della regione Lazio il 17 aprile 2019, in concomitanza con la scelta di candidarsi con il Partito democratico proprio al Parlamento europeo. «Una scelta in controtendenza – commenta OpenPolis – spinta dalla volontà, a detta di Smeriglio, di fare dei passaggi netti e trasparenti, senza piani B».
Sono 36 i candidati al parlamento europeo che attualmente siedono o in un consiglio regionale o nel parlamento. Diciannove di essi sono consiglieri regionali, di cui 4 però termineranno il proprio incarico nei prossimi mesi, 10 sono deputati e 7 sono senatori. (Fonte: elaborazione OpenPolis su dati ministero dell’Interno )
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