«Ognuno fa quello che vuole, io ci vado». A due settimane dal World Congress of Families di Verona rischia seriamente di spostarsi su quel terreno il confronto interno al governo che ha già attraversato notevoli tensioni sul dossier Tav appena qualche giorno fa. Matteo Salvini conferma dal suo giro elettorale in Basilicata («domenica 24 marzo si cambia anche qui») che prenderà parte all’evento pur «con tutto il rispetto per le scelte di vita di ciascuno». Per il Carroccio un’occasione di calcare la mano sui valori tradizionali da sempre centrali nell’anima leghista.
Gli organizzatori ieri davano per assodato la presenza del vicepremier Matteo Salvini nella seconda giornata di lavori, sabato 30 marzo, e che nel panel trovano spazio anche i nomi del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e quello della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Una spina nel fianco della maggioranza gialloverde dal momento che dal lato dei Cinque Stelle si sparano colpi pesanti contro l’iniziativa.
«Si prepara un festeggiamento di un nuovo medioevo che io non vado a festeggiare» è stato il refrain di Luigi Di Maio. «Ho visto che su questo congresso di Verona ci sono teorie di alcuni partecipanti sulla donna che non mi rappresentano per nulla. Per me la famiglia è sacra, ma io sono per la libertà della donna. Lì si parla della donna come quella che deve stare a casa a
cucinare».
Anche Mattia Fantinati, sottosegretario grillno alla Pa, liquida con nettezza qualunque coinvolgimento nell’evento limitato ai soli alleati. «Loro hanno quelle idee. Che non sono le nostre. Una ragione in più per votare noi, per le donne e le famiglie vere, non quelle raccontate lì». Il messaggio per la Lega è di «essere tolleranti, al passo con i tempi, avere buon senso. Basta battaglie ideologiche come se fossimo ancora ai tempi in cui si bruciavano le streghe». Obiettivo del World congresso confermato dal vice presidente del Wcf Jacopo Coghe è di sensibilizzare politica e istituzioni affinché prendano impegni concreti. «Senza la famiglia, la società intera viene a perdere le sue fondamenta. A due mesi dalle elezioni europee questo messaggio è per tutti i candidati che scenderanno in campo». Le affermazioni «di alcuni esponenti del governo« sul convegno in programma a Verona vengono definite «deliranti», in particolare quelle di chi dice che «chi va a quel congresso vorrebbe ridurre le donne in schiavitù», da Giorgia Meloni. «Fino a prova contraria sono l’unico segretario donna che esiste in Italia e che siamo noi quelli che fanno le battaglie per chiedere che le donne non debbano scegliere fra poter lavorare ed avere un figlio. Su questo purtroppo il governo non è molto presente».
Tutto ciò mentre già si annunciano mobilitazioni a Verona da parte delle reti femministe nei gioni dell’evento. I Radicali Italiani hanno convocato la riunione del Comitato nazionale a Verona, dal 29 al 31 marzo, in concomitanza con il Congresso mondiale delle famiglie. Annunciato anche un “contro-appuntamento”, la sera di venerdì 29, «per affermare la libertà di scelta delle persone nella propria vita affettiva e non solo».
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