«Lo avevamo avvertito, era un disastro prevedibile, non ci ha ascoltato». Luigi Di Maio non ha ancora finito la sua conferenza stampa post voto, ammettendo la sconfitta del Movimento Cinque Stelle alle europee, che la senatrice pentastellata Elena Fattori commenta: «Molti di noi erano in allarme, non ci ha ascoltato. Luigi Di Maio ha fatto scelte in contrasto con i nostri principi e il nostro programma e in continuità con Salvini, dando ampio spazio solo alla modalità comunicativa. Ha impostato questa legislatura come un gruppo verticistico in cui lui era il decisore supremo, con un regolamento parlamentare che dava a lui le prerogative su qualunque scelta, e questo è il risultato. È il partito di Di Maio non ha funzionato».
Elena Fattori è una delle voci “dissidenti” del Movimento Cinque Stelle. Uscì dall’Aula nel voto di fiducia posto dal governo sul primo decreto sicurezza. E votò a favore del processo per Matteo Salvini nel caso Diciotti. Una che si distinse nel Movimento sin dall’inizio per la sua posizione “scientifica” sui vaccini, attirandosi le ire dei NoVax e degli stessi grillini. Si riferiva anche a lei Paola Taverna quando parlò di “pletora di miserabili” per definire i parlamentari dissidenti del Movimento. A ottobre utilizzò la metafora della “rana bollita” per descrivere quello che stava accadendo ai Cinque Stelle, dopo le giravolte su Tav, Tap, condoni edilizi e fiscali, e l’approvazione del decreto sicurezza: «Sapevamo che piano piano l’appiattimento sulle posizioni di Salvini ci avrebbe portato qui». E mentre i primi risultati nella serata di domenica facevano intravedere la sconfitta netta dei 5S, Fattori a caldo è tornata a rilanciare quel post sulla “rana bollita” sui social, scrivendo dicendo: «Prevedibile e previsto. Si può ricominciare solo da una vera fase costituente».
Senatrice, cosa è successo ai Cinque Stelle?
Luigi Di Maio ha impostato questa legislatura come un gruppo verticistico dove lui è il decisore supremo, con un regolamento parlamentare che non votai all’epoca e che dava a lui prerogative su qualunque decisione.
E questo cosa ha comportato?
Che Di Maio ha fatto scelte in contrasto con i nostri principi e il nostro programma, e in continuità con Salvini, dando ampio spazio solo alla modalità comunicativa.
Quali sono stati i punti di rottura?
Il decreto sicurezza sicuramente, e il caso Diciotti. Di Maio si è solo riparato dietro la consultazione degli iscritti su Rousseau, facilmente manipolabile.
Nel Movimento era prevista quindi questa débacle?
Chi ha avuto dialogo con classe dirigente lo aveva già messo in evidenza, lo avevamo già detto. Di Maio fatto scelte autocratiche sui capilista, senza alcun dialogo. Molti di noi erano in allarme. È stato un disastro prevedibile e previsto da tempo, ma il nostro grido allarme è stato inascoltato.
A questo punto, come potrete recuperare terreno il Movimento?
Bisogna rimettere in discussione il regolamento del gruppo e anche lo statuto, verso un percorso uovo. Serve una fase ricostituente. Perché è evidente che il partito di Di Maio non ha funzionato.
Molti elettori dei Cinque Stelle si sono astenuti a questa tornata, soprattutto al Sud.
A quanto pare non c’è volontà di autocritica, se Di Maio ha motivato la sconfitta con l’astensionismo. Non si può invocare astensione: se qualcuno avesse voluto votare i Cinque Stelle, sarebbe andato a votarci; se qualcuno si è astenuto è sinonimo di disaffezione.
Di Maio ha detto che il M5S deve ripartire dai territori.
Giusto, ma non come è stato fatto finora, con assemblea con l’ordine del giorno fisso, calato dall’alto e senza ascoltare quello che avevano da dire gli attivisti. Se pensano di voler rifondare il Movimento imponendo rappresentanti territoriali calati dall’alto, non si va da nessuna parte.
Ora cosa vi aspetta al governo con la Lega? C’è il decreto sicurezza bis dietro l’angolo.
Spero che stavolta ci sia una fase di confronto. Sul primo decreto sicurezza ci è stato detto che decideva Salvini e noi siamo stati messi alla gogna. Ascoltare chi all’epoca proponeva dei miglioramenti, invece, sarebbe stato saggio.
La sua permanenza all’interno del M5S non sembra così duratura.
Non sono d’accordo. Io, ho sempre rispettato e continuo a rispettare i principi del Movimento. È da qui che dobbiamo ripartire.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/05/27/elena-fattori-5s-di-maio-elezioni/42304/