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Fine vita, Conte: giusta l’obiezione di coscienza dei medici

fine vita: «giusta obiezione coscienza medici»

«La cosiddetta flat tax» per gli autonomi e le partite Iva «la conserveremo e cercheremo di incrementarla anche per i redditi superiori. Lavoreremo anche per introdurre un alleggerimento della pressione fiscale al di sopra di 65mila euro» dice il Premier Giuseppe Conte

27 settembre 2019


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«La cosiddetta flat tax» per gli autonomi e le partite Iva «la conserveremo e cercheremo di incrementarla anche per i redditi superiori. Lavoreremo anche per introdurre un alleggerimento della pressione fiscale al di sopra di 65mila euro».così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in un’intervista a Ceglie Messapica (Brindisi) ad Affaritaliani.it.

«Fisco più leggero, premi a chi usa le carte»
Tocca anche i temi economici di più stretta attualità, il premier. «Quello che vi posso dire è che quando avremo completato i tasselli del patto sociale, che ci consentirà di avere diradato ombre incertezze, ritornerò da voi per chiedervi di aderire a questo patto, che ha come obiettivo di incentivare l’uso delle carte, la moneta elettronica, ma non pagherete di più per commissioni o altro, anzi porteremo dei vantaggi, meccanismo premiali, in termini di alleggerimento della pressione fiscale». Ancora, per Conte «sulla base delle regole attuali dobbiamo lavorare per una maggiore flessibilità: lavorerò perché l’Europa ci riconosca la possibilità di un piano per il Sud, per un Green New Deal e per le infrastrutture anche tecnologiche. Punto alla flessibilità massima nell’ambito delle regole ma sono ambizioso perché voglio modificarle quelle regole, perché il patto diventi di crescita, non solo di stabilità».

«Fine vita, giusta obiezione coscienza medici»
«Per i medici quantomeno», se si stabilisse un diritto alla morte, «bisognerebbe riconoscere quantomeno l’obiezione di coscienza». Dice così Conte, tornando sul dibattito aperto dalla sentenza storica della Consulta che ha aperto al suicidio assistito in particolarissimi casi.
«È giusto che ci sia un confronto sereno, serio, in Parlamento. Non voglio far pesare la mia opinione personale: da giurista e da cattolico mentre non ho dubbi che esista un diritto alla vita, perno di tutti i diritti della persona, dico che è da dubitare ci sia un diritto alla morte. Esiste un diritto all’autodeterminazione per cui scelgo le mie cure ma scegliere di essere avviato alla morte e chiedere l’ausilio di personale qualificato può essere un po’ dubbio».

Dunque bisogna fare una legge. «Ci sprona a farlo la stessa Corte costituzionale. Leggeremo la sentenza per intero quando tra un mesetto sarà depositata ma l’intervento della Corte non può sostituire un intervento legislativo. L’avevo detto anche quando ho chiesto la fiducia in sede di replica in Parlamento. Ho sollecitato le forze politiche ad assumere l’iniziativa anche perché su questi argomenti non mi sembra appropriata un’iniziativa governativa. Anche perché sono materie laceranti sul piano morale, con tante implicazioni anche filosofiche: farne una questione di governo no».

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