L’imprenditore Francesco Barachetti è stato arrestato e posto ai domiciliari nell’inchiesta sul caso Lombardia Film Commission. La misura cautelare è stata eseguita dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf nell’indagine dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi. E’ accusato di concorso in peculato ed emissione di false fatture nella vicenda della vendita del capannone di Cormano a prezzo gonfiato. L’imprenditore dagli atti dell’indagine risulta vicino alla Lega.
Già arrestati, tra gli altri, nei mesi scorsi Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, revisori contabili per il Carroccio in Parlamento.
L’imprenditore Francesco Barachetti, elettricista e titolare della Barachetti service srl, impresa edile, era già indagato per peculato nel caso LFC e i pm, in uno degli atti dell’indagine, lo hanno definito “personaggio legato a Di Rubba e Manzoni”, due dei commercialisti arrestati, e “più in generale al mondo della Lega”. Oggi è stato arrestato su disposizione del gip Giulio Fanales e come esigenza cautelare è stato indicato il pericolo di reiterazione del reato. Da un’annotazione della Gdf, è emerso che parte degli 800mila euro della presunta vendita gonfiata del capannone per la LFC, ossia 390mila euro, sono passati proprio per la Barachetti service (arrivati da Andromeda srl e attraverso Eco srl). Barachetti formalmente si occupò della ristrutturazione del capannone, ma i magistrati gli hanno contestato ora anche l’emissione di false fatture per operazioni inesistenti. Barachetti avrebbe impiegato, tra l’altro, 45mila euro per acquistare “rubli russi”, che sarebbero serviti per un’operazione immobiliare a San Pietroburgo. Da segnalazioni di Bankitalia risulta che Barachetti (negli atti si parla anche della moglie russa, socia e non indagata, Tatiana Andreeva) avrebbe ottenuto dalla Lega o da entità collegate, come la Pontida Fin, oltre 2 milioni di euro negli ultimi anni.
E in una recente informativa della Gdf emergono elementi che dimostrerebbero che i contabili della Lega lavoravano all’operazione, assieme all’imprenditore Barachetti, da quasi 13 mesi prima della vendita effettiva, che risale al dicembre 2017. Intanto, il presunto prestanome Luca Sostegni (fermato a luglio) e l’altro commercialista arrestato Michele Scillieri stanno collaborando coi pm, il primo ormai da settimane e con sei interrogatori.
Fonte Ansa.it