“Tutti hanno diritto a un servizio sanitario davvero efficiente”, annuncia il neoministro alla Salute, nota per essere contro l’obbligatorietà delle vaccinazioni. “Risolverò la piaga delle liste di attesa e delle assunzioni di medici e infermieri”
Roma – Sono 5 le donne ministro nel neogoverno Lega-M5S, su 18 in totale i reggenti dei dicasteri voluti dal premier Giuseppe Conte: Elisabetta Trenta come ministro della Difesa, Giulia Bongiorno titolare della Pubblica amministrazione, Giulia Grillo come ministro della Salute, Barbara Lezzi come capo del ministero per il Sud e Erika Stefani come neo ministro degli Affari regionali e autonomie. Se di queste la Buongiorno, eletta tra le fila di Salvini, è senza dubbio la più nota al grande pubblico per aver difeso con successo nelle aule dei tribunali Giulio Andreotti e per essere la fondatrice insieme a Michelle Hunziker dell’associazione Doppia difesa, associazione a tutela dei diritti delle donne, Giulia Grillo, fedelissima di Luigi Di Maio guiderà un ministero delicatissimo e che riguarda la stragrande maggioranza degli italiani: quello della Salute.
“Come medico e cittadina farò ogni sforzo per restituire dignità a un comparto che nel corso degli anni è stato pesantemente definanziato“. Così ha scritto su Facebook, in un post in cui descrive le priorità del suo mandato, senza però fare cenno al tema forse più controverso, quello dei vaccini. “La salute è il bene più importante e gli italiani, da Nord a Sud, hanno diritto a un servizio sanitario davvero efficiente e universale. Ci sono milioni di miei concittadini che ogni anno rinunciano alle cure, o le posticipano, per ragioni economiche e questo non deve più accadere. Sono molte le sfide che mi aspettano e intendo affrontarle con determinazione. Penso alla piaga delle liste di attesa, ai Lea (ovvero le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di ticket, ndr), alle assunzioni del personale medico e infermieristico, alla governance della farmaceutica. Si tratta di temi ineludibili che, ne sono certa, questo governo del cambiamento affronterà mettendo sempre al primo posto il bene dei cittadini“.
Detto questo, conosciamola meglio. Siciliana, classe ’75, è medico legale. Nel 2013 entra a Montecitorio con il M5S e siede in Commissione Affari Sociali per tutta la legislatura. Nell’arco dei 5 anni deposita 4 proposte di legge e 213 atti di indirizzo e controllo alla Camera.
Il 27 marzo viene infatti eletta capogruppo M5S alla Camera, su indicazione di Di Maio.
Differenze di accesso alle cure, finanziamenti limitati, condizioni di lavoro degli operatori sanitari. Sono i temi principali che la ministra della Salute del governo Conte ha inserito nella dichiarazione di intenti che correda il suo curriculum di candidata sulla piattaforma Rousseau. E in cui si impegna a “continuare a lavorare nell’interesse collettivo realizzando il programma del M5S, in particolare nel settore della sanità con obiettivi quali ridurre le disuguaglianze di cura e assistenza fra cittadini residenti in diverse aree territoriali e fra cittadini con diverse fasce di reddito“.
E ancora: “Concretizzare una sanità pubblica, giusta, efficiente e accessibile attraverso un adeguato finanziamento, una seria programmazione, una revisione della governance farmaceutica, un potenziamento dei servizi di assistenza territoriale, un adeguato piano assunzionale di medio e lungo termine e un aggiornamento dei corsi di laurea e formazione; realizzare politiche integrate di promozione della salute che sarà intesa come investimento e non più come un costo; creare le condizioni affinché il personale sanitario possa lavorare senza sovraccarico di lavoro e in un clima di serenità e collaborazione riducendo al minimo le logiche clientelari e antimeritocratiche causate dall’ingerenza di varie forme di potere (politico, lobbistico)“.
“Tutto questo e molto altro dovrà avvenire con la collaborazione di tutti quanti gli attori della sanità che vogliano mettere a disposizione le loro competenze al servizio della collettività avendo a cuore il bene comune sempre al di sopra dell’interesse particolare, di un singolo o di un gruppo di individui. Questo è stato sempre il metodo che ha ispirato il mio impegno, nell’attivismo prima e nelle istituzioni poi. Credo che questo principio sia fondamentale per arginare le logiche dell’individualismo o, peggio, del mero interesse personale“.