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Governo, i dossier Covid e Recovery sul tavolo di Draghi

Tempi stretti, interventi concreti, l’unità come stella polare necessaria. I primi giorni del governo Mario Draghi potrebbero viaggiare su questo triplice binario, guardando, innanzitutto, al discorso programmatico che l’ex governatore della Bce terrà in settimana alle Camere. Un discorso nel quale il premier metterà al centro le emergenze del Paese, a cominciare da quelle legate alla pandemia. Con un nodo che, già nei prossimi giorni, Draghi sarà chiamato a sciogliere: se confermare – e con quali deleghe – il commissario Domenico Arcuri, braccio destro di Giuseppe Conte nella strategia anti-virus del precedente governo.

Sono sicuro che con il nuovo governo” italiano “lavoreremo insieme soprattutto per le riforme che riguardano la burocrazia nella pubblica amministrazione, i tempi della giustizia civile, le regole della concorrenza: tutti i colli di bottiglia che negli ultimi anni hanno rallentato la crescita italiana”, ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni, in un’intervista a Bloomberg TV. “E’ un’ottima notizia non solo per l’Italia ma anche per l’Unione europea che Mario Draghi si occuperà” della gestione del Recovery Fund “con tutta la sua esperienza e la sua leadership”, ha aggiunto Gentiloni.

“Non nomineremo ‘guardiani’. Abbiamo scelto di esserci per il bene del Paese. Le politiche del governo di sinistra, ovviamente, ora che la Lega è in maggioranza, dovranno cambiare”, ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, commentando l’ipotesi che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese possa avere dei ‘guardiani’ della Lega sulle politiche migratorie. “La montagna? Il modello Conte-Casalino – ha poi aggiunto Salvini – che abbiamo superato prevedeva gli annunci la domenica che ti cambiavano la vita il lunedì. Quando il nuovo governo sarà in carica, da questo punto di vista, chiederemo una maggiore collaborazione, condivisione e programmazione. Siamo agli strascichi del governo Conte“. “Il tema è accelerare sulla salute, il lavoro, il ritorno alla vita. Ne ho parlato anche con il Presidente Draghi: su questo saremo assolutamente leali, collaborativi, coerenti”.

All’indomani del giuramento del nuovo governo, infatti, il Paese si risveglia subito con una nuova, accesissima, polemica sulla sponda chiusure. Il “lockdown totale” preannunciato dal consulente del ministro Roberto Speranza, Walter Ricciardi, e lo stop allo sci fino al 5 marzo decretato dal ministero della Salute vedono in trincea il più aperturista dei partiti di governo, la Lega. Scottato dalla riconferma di Speranza, Matteo Salvini – con un possibile asse con Iv – difficilmente accetterà di buon grado quella di Arcuri, nemico numero dei leghisti assieme proprio al ministro della Salute e Lucia Azzolina. E il “cambio di squadra” chiesto dai capigruppo leghisti potrebbe coinvolgere anche lo stesso Cts. Ma lo stop agli impianti mette sul tavolo di Palazzo Chigi subito la prima urgenza: il decreto ristori, che potrà contare sui 32 miliardi dello scostamento di bilancio di gennaio va, sostanzialmente, riscritto. Direzionando molte risorse al comparto produttivo e alberghiero legato allo sci.

E poi c’è l’aspetto comunicativo. “La sobrietà che lo stesso Draghi ha chiesto a noi ministri in Cdm vale per tutti”, spiega una fonte di governo puntando il dito contro le parole di Ricciardi. A Draghi toccherà il non facile coordinamento di esperti del Cts, ministri tecnici e ministri politici espressione di ben 5 forze politiche diverse. E, sempre a Draghi, toccherà individuare il non facile punto di equilibrio sulla squadra dei sottosegretari. La partita, secondo fonti qualificate di governo, sarà chiusa entro la settimana, al massimo venerdì. Le caselle da riempire sono diverse e, come per quelle di governo, non tutte sarebbero destinate a politici.

Per il sottosegretario all’Editoria, ad esempio, Draghi starebbe pensando – secondo diverse fonti di governo – ad una figura tecnica, esperta del settore. Mentre la delega ai Servizi segreti, sulla quale Renzi ha disegnato il suo piano di defenestrazione di Conte, potrebbe tornare nelle mani del premier. I partiti, intanto, scalpitano. Il loro obiettivo è portare alcuni “big” come vice dei ministri tecnici. Puntando soprattutto su profili che già sono stati al governo, elemento che gradirebbe lo stesso Draghi. Ecco allora che Laura Castelli e Antonio Misiani potrebbero essere riconfermati al Mef. Vito Crimi, secondo alcune fonti di governo, potrebbe finire alla Giustizia guidata da Marta Cartabia e nelle mire anche di FI e Iv. E il M5S guarda anche al Mit e al ministero della Transizione Ecologica. Al primo punta alla riconferma Giancarlo Cancelleri, forte anche della protesta della Sicilia, finora assente nell’esecutivo. Al secondo potrebbe finire un big governista come Stefano Buffagni.

La Lega guarda al Viminale, magari riportando all’Interno un salviniano doc come Nicola Molteni mentre nel Pd tiene banco il caso quote rosa. Sembrano quindi andare verso la riconferma tutte le sottosegretarie Dem del Conte II, magari con qualche new entry. E poi c’è il dossier Recovery, che Draghi svilupperà in strettissimo coordinamento con l’Ue. Al momento di una cabina di regia vera e propria non c’è traccia ma una struttura per il monitoraggio dovrebbe esserci mentre il Comitato interministeriale che con Conte era presieduta da Enzo Amendola sarà guidato da Roberto Cingolani. Recovery che sarà certamente uno dei pilastri del discorso di Draghi alle Camere, assieme al piano vaccini alla didattica in tempi di Covid.

Fonte Ansa.it

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