“Il professor ci aiutò, ci seguì legalmente nel ricorso per proseguire con le cure di nostra figlia. Non era il metodo in discussione ma l’aiuto a una bambina malata”, dicono per fare chiarezza sulle illazioni che già circolano sul candidato premier
Roma – “Il professor Conte ci aiutò, ci seguì legalmente nel ricorso per proseguire con le cure a Sofia, ma non lo fece perché sostenitore di Stamina, non era il metodo in discussione ma l’aiuto a una bambina malata“. I genitori della bimba assurta a simbolo della battaglia pro-Stamina, Guido De Barros e Caterina Ceccuti, smentiscono che l’avvocato indicato come possibile premier M5S-Lega sia mai stato tra i fan del discusso metodo ideato da Davide Vannoni.
Così ricostruiscono il loro rapporto professionale con Conte, che all’epoca insegnava a Firenze, città dei coniugi De Barros. “Era il 2013 – racconta Guido – e Sofia aveva fatto una prima infusione di staminali agli Spedali Civili di Brescia, approvata dal comitato etico dell’ospedale. Poi il tribunale di Firenze bloccò la terapia, e a quel punto decidemmo di fare ricorso, e tramite un amico di famiglia contattammo il professor Conte. Lui accettò e prese a cuore la nostra storia anche perché Sofia aveva la stessa età di suo figlio, tanto che ci assistette pro bono, senza percepire compenso. Il secondo ricorso lo vincemmo, poi per impegni lavorativi Conte ha smesso di assisterci. Si trattò di una prestazione professionale, non era in discussione il metodo Stamina, ma difendere il diritto acquisito di una bambina a ottenere le cure. La tesi secondo cui questo basti a etichettare Conte come pro-Stamina è ridicola – attacca ancora De Barros – altrimenti dovremmo dire che anche il giudice di Livorno che ha accettato il nostro ricorso era pro-Stamina“.
“Non c’era alcun nesso con Stamina – aggiunge la mamma di Sofia – ma solo la difesa dei diritti di una bimba malata“. E’ falso anche, sottolineano i genitori, che Conte aderì all’associazione Voa Voa, da loro promossa: “Noi volevamo fare una fondazione, e avevamo istituito un comitato con dentro anche personaggi celebri come la Lollobrigida. Lui non era incluso, e non partecipò a nessuna riunione. Poi peraltro l’idea della fondazione naufragò e facemmo un’associazione Voa Voa, con la quale Conte non ha nulla a che fare“.
In ogni caso, Guido e Caterina, che hanno perso Sofia sei mesi fa, hanno conservato un ottimo ricordo dell’avvocato che potrebbe a breve sedere a Palazzo Chigi: “Sono contento – dice De Barros – perché con noi si è dimostrato disponibile, preparato, e si è avventurato in una causa difficile e professionalmente rischiosa. Non è un parvenue, ha un ricco curriculum e crediamo che farà bene. Per noi è un segno del cielo. Quello che ci unisce non è certo Stamina ma è Sofia: ci ha aiutati a tenere viva una speranza, e ora auspichiamo che da premier, con la sua sensibilità possa affrontare temi delicati liquidati in modo troppo tranchant“.