Cinquantuno anni, è il primo italiano a sedere in due governi in due Repubbliche differenti, dal momento che è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la stessa delega di adesso, agli Affari Ue, con i governi Renzi e Gentiloni
Sovranismo sì, ma europeo, perché per gli stati nazionali non c’è futuro. La mette così Sandro Gozi, tessera del Pd e tuttora componente della direzione del partito e soprattutto uno degli uomini più vicini all’ex premier Matteo Renzi, per spiegare il suo essere diventato francese.
A tutti gli effetti. Prima candidandosi alle recenti europee nella lista En Marche del presidente Emmanuel Macron, poi accentando l’incarico di responsabile delle politiche europee nel governo francese del premier Édouard Charles Philippe in attesa di poter sedere nell’Europarlamento dopo la Brexit: formalmente eletto, attende come altri il decadimento degli europarlamentari britannici per poter subentrare.
GUARDA IL VIDEO - Sandro Gozi: «In Europa serve dialogo e non alzare la voce»
Un italiano nel governo francese
L’incarico ricevuto da Gozi dal governo francese è quello di monitorare l’avvio delle nuova legislatura europea sia in relazione al Parlamento sia alla Commissione Ue. «Mi considero un uomo di confine che lavora per abbattere i confini della politica nazionale. Questo non vuol dire addio agli Stati nazionale, ma che l’unico progetto europeo valido è transnazionale, come è quello di Macron. Siamo noi i veri sovranisti!», dice rispondendo alle accuse di “tradimento” dei nostri “sovranisti”, ossia M5s e Lega al governo in Italia.
La Francia nel sangue
Cinquantuno anni, Gozi è il primo italiano a sedere in due governi in due Repubbliche differenti, dal momento che è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la stessa delega di adesso, agli Affari Ue, con i governi Renzi e Gentiloni. Nato a Sogliano al Rubicone (Forlì-Cesena), in piena Romagna rossa, Gozi è stato prima studente e poi decente al prestigioso politecnico parigino di Scienze Po con l’ex premier e compagno di partito Enrico Letta. La Francia nel sangue, dunque, così le tematiche dell’Europa unita: era già collaboratore, quasi ragazzo, di Romano Prodi alla Commissiore europea. Appassionato di maratona e primo ambasciatore della candidatura olimpica di Roma 2020, è stato insignito nel 2014 da Francois Hollande della Legion d’onore.
www.ilsole24ore.com