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Guardate l’Argentina: date pieni poteri ai sovranisti e finiremo così

Ci sarebbe l’urgenza di rimettere in marcia l’economia, rimettere ordine in un territorio devastato, riformare la macchina dello Stato, rimanendo agganciati al treno europeo, senza scambiare binari e direzione.

Ci arrivano promesse di pensioni a quota cento, tasse al 15 per cento, duro confronto con l’Europa per fare quadrare i conti ad ogni costo e forse permetterci colossali investimenti pubblici: torneremo a parlare di Ponte sullo Stretto, come ai tempi di Berlusconi? E, finalmente, di ferrovie al Sud, mentre i soldi pubblici restano al Nord?Ci è promesso un Paese bellissimo, con al centro i valori della famiglia, del matrimonio eterosessuale, dell’identità nazionale, dove si vive in pace e sicurezza, con le frontiere ben sorvegliate, una polizia efficiente, pronta ad stroncare manifestazioni sovversive, sbarchi di stranieri, traffici di cannabis, schiamazzi notturni, raduni pop.

Un Paese amico dei Paesi in cui si suona la stessa musica, il Brasile di Bolsonaro dove si stanno divorando l’Amazzonia, la Russia di Putin dove chi scende in piazza lo fa a proprio rischio, l’America di Trump e dei Muri, la Cina che apre la via della Seta e chiude gli spazi di democrazia, l’Ungheria di Orban, dove gli stranieri stanno dietro i nuovi fili spinati, trent’anni dopo la cortina di ferro. Un Paese che vede l’Europa come una minaccia, che diffida dei vicini con i quali continua ad avere nonostante tutto il più alto interscambio commerciale, che applaude a chi lascia questa Europa, nonostante i dati evidenti sulle conseguenze della Brexit.

Non sappiamo se tutto questo si chiami peronismo o salvinismo. Abbiamo però sentito parlare di “pieni poteri”, di “prima gli italiani”, di convocazioni del parlamento a Ferragosto, come alla vigilia di una guerra o di…”decisioni irrevocabili”. E anche in questo bellissimo Paese si voterà probabilmente il 27 ottobre.

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