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I magistrati che decidono di fare politica indeboliscono la democrazia, dice il Consiglio d’Europa

Le porte girevoli tra politica e magistratura devono finire. Un avvertimento del Greco, l’organo anticorruzione del Consiglio d’Europa, riprende una raccomandazione inviata all’Italia per la prima volta nel gennaio 2017: passare dalle aule dei Tribunali a quelle delle istituzioni elettive, e viceversa, indebolisce la democrazia, l’imparzialità dei giudici e il principio del giusto processo.

Il Greco, Gruppo di Stati contro la corruzione – l’acronimo deriva dal francese Groupe d’États contre la corruption -, ha pubblicato il suo rapporto annuale in cui esamina le misure prese nel 2019 negli Stati membri del Consiglio d’Europa per prevenire la corruzione fra parlamentari, giudici, pubblici ministeri, governi (con tutte le alte cariche esecutive) e forze dell’ordine.

«Quando il Gruppo emette una raccomandazione, vuol dire che ha scoperto una falla nel sistema e gli Stati non dovrebbero aspettare che scoppi uno scandalo per intervenire», dice il presidente del Greco, il croato Marin Mrcela, in riferimento al caso italiano.

La riforma della Giustizia è uno dei temi sul tavolo del governo, ancor di più dopo la pubblicazione delle intercettazioni e delle chat presenti sul telefono del magistrato Luca Palamara – avvenuta dopo la chiusura delle indagini da parte della procura di Perugia. Il ministro Alfonso Bonafede è intervenuto sull’argomento: «Siamo tutti d’accordo che una riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell’ordinamento giudiziario non sia più rinviabile. Ho già incontrato le forze di maggioranza e ho tenuto una riunione con i rappresentanti delle opposizioni».

Proprio dall’opposizione è arrivata una proposta per modificare la riforma voluta da Bonafede. Il deputato e responsabile nazionale del Dipartimento Affari costituzionali di Forza Italia Francesco Paolo Sisto ne ha parlato in riferimento al report del Greco: «Abbiamo proposto di restituire credibilità alla magistratura con lo stop al rientro in ruolo dei magistrati che si siano anche solo candidati in politica. Questa, assieme alla separazione delle carriere e allo stop agli incarichi extra giudiziari, è la strada da seguire per dare serietà ed effettività alla tutela della democrazia e delle libertà del nostro Paese».

Il report del Greco inoltre sottolinea che i fenomeni corruttivi rischiano di moltiplicarsi: un effetto collaterale della crisi generata dal coronavirus che rischia di ridurre l’impatto dei miglioramenti avuti nell’ultimo anno. Non solo in Italia, ovviamente.

In generale tra gli Stati del Consiglio d’Europa migliora la lotta alla corruzione, ma resta alta la sfiducia dei cittadini verso la politica. La conformità alle raccomandazioni formulate dal Greco nel quadro del quarto ciclo di valutazione (iniziato nel 2012) è lievemente aumentata nel 2019. Ma alla fine dello scorso anno solo il 36 per cento delle raccomandazioni complessive era stato adottato.

Il livello più basso di conformità si registra nelle raccomandazioni relative ai parlamentari (27 per cento), mentre la percentuale di quelle relative ai giudici e ai pubblici ministeri era più elevata (rispettivamente 37 per cento e 46 per cento).

Questo, secondo il presidente del Greco, spiega perché la fiducia delle persone nella politica sia così bassa, «e continuerà a ridursi se i politici non miglioreranno il loro livello di conformità in relazione alle norme d’integrità».

Non solo. Un alto livello di corruzione mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, nella democrazia e nell’intera impalcatura sociale. Per questo motivo, come ha detto la Segretaria generale del Consiglio d’Europa, la croata Marija Pejčinović Burić, «l’attuazione di efficaci misure anti-corruzione e la promozione dell’integrità e della trasparenza dovrebbero essere sempre una priorità».

In questo momento desta preoccupazione la gestione del fondo per la ripresa economica da 750 miliardi di euro presentato dalla Commissione europea: di quella cifra all’Italia è andata la percentuale più alta, 172,7 miliardi di cui 81,8 a fondo perduto.

Il Consiglio d’Europa non è un organo dell’Unione europea (spesso confuso con il Consiglio dell’Unione europea o il Consiglio europeo). È un’organizzazione internazionale nata nel 1949, con sede a Strasburgo, il cui scopo è promuovere la democrazia e i diritti umani: nel 1950 ha redatto la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu).

Il Gruppo di Stati contro la corruzione (Greco) è un organo di controllo contro la corruzione istituito nel 1999 con un accordo tra gli (allora) diciassette Stati membri del Consiglio d’Europa, è aperto anche a Stati non europei e conta attualmente quarantanove membri, compresi gli Stati Uniti e la Bielorussia.

I magistrati che decidono di fare politica indeboliscono la democrazia, dice il Consiglio d’Europa

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