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I temi che dividono la maggioranza: dai migranti al fisco, fino alle autostrade

NON SOLO PRESCRIZIONE

Non c’è solo l’intesa sul lodo Conte bis tra Pd, M5S e Leu a creare una distanza con Italia Viva. Ci sono anche altri dossier, che potrebbero intralciare il percorso per la definizione di un’agenda 2023 dell’attuale maggioranza

di Andrea Carli

8 febbraio 2020


Regionali Emilia Romagna, Speranza: oggi il governo è più forte

3′ di lettura

Il dossier prescrizione è quello più scivoloso, come dimostrano le parole del leader di Italia Viva Matteo Renzi che ancora oggi dalle colonne del Corriere della Sera avverte che Iv non voterà «questo pasticcio (l’intesa sulla riforma della prescrizione raggiunta da M5S, Pd e leu: il cosiddetto “lodo Conte bis”, in base alla quale il blocco della prescrizione scatterebbe dopo la condanna in primo grado e diventerebbe definitivo dopo una seconda condanna in appello, ndr)» e che «se lo vogliono fare, ci caccino». Ma la giustizia non è l’unico nodo. Ci sono altri temi che dividono la maggioranza: dai migranti al fisco, fino alla revoca delle concessioni autostradali ad Aspi.

Tutti capitoli che acquistano peso nel contesto di una settimana che si apre sotto il segno della verifica di governo: a partire da lunedì, nove tavoli sul programma di governo nell’ambito dell’agenda 2023, dal lavoro, alla riforma dell’Irpef, fino alla giustizia. Sempre per il 10 febbraio è attesa una riunione del Consiglio dei ministri (potrebbe slittare a martedì mattina), sul cui tavolo potrebbe arrivare il decreto legge che interviene subito a modificare la legge Bonafede. C’è però una seconda ipotesi: niente provvedimento in Cdm, e deposito di un emendamento del Governo al decreto legge milleproroghe in discussione alla Camera. Nelle prossime ore il quadro si chiarirà.

Migranti: nel mirino i decreti Salvini
Uno dei dossier su cui si registrano divisioni all’interno della maggioranza è quello dei migranti. Un tema che acquista un ruolo di primo piano anche in relazione alla situazione della Libia: un ulteriore destabilizzazione del paese del Nord Africa potrebbe accentuare la spinta migratoria alla volta dell’Italia. Dopo l’esperienza dell’esecutivo M5S-Lega, il Pd preme per rivedere la strategia di gestione dei flussi migratori. In particolare secondo i Dem è opportuno cancellare i decreti sicurezza o comunque rivederne l’impianto. I Cinque Stelle non vedono di buon occhio la cancellazione dei provvedimenti, in quanto la mossa potrebbe essere letta contro uno strappo nei confronti della strategia sviluppata da un esecutivo del quale i pentastellati erano azionisti di maggioranza, e potrebbe fornire un assist a Lega e Fratelli d’Italia per imputare al Conte due una politica migratoria più flessibile. Per M5S i provvedimenti Salvini non vanno cancellati con un colpo di spugna ma rivisti, sulla base delle indicazioni già fornire dal Capo dello Sato Sergio Mattarella. I decreti sicurezza vanno cambiati anche per Italia Viva: la modifica dei provvedimenti deve avere la priorità. Totalmente contrari Liberi e uguali, che chiedono la cancellazione dei provvedimenti.

Fisco: la corsa alla riforma dell’Irpef
Le differenze all’interno della maggioranza vanno a toccare anche le politiche in materia fiscale. Se tutti sono d’accordo sulla necessità di abbassare le tasse, sul come arrivarci le ricette sono, al momento, molto lontane. Il Movimento 5 Stelle propone tre aliquote Irpef: 23% per i redditi da 10mila a 28mila, 37% da 28mila a 100mila euro e 42% oltre i 100mila. I redditi da considerare sarebbero quelli del nucleo familiare, da calcolare in base a un coefficiente che cambia con il numero dei componenti. Tre aliquote sono anche proposte da Italia Viva, che però chiude al coefficiente familiare perché rischioso sul piano dei possibili disincentivi alla partecipazione al lavoro da parte del coniuge più “debole”. A favore del modello tedesco, caratterizzato dall’incremento continuo dell’aliquota all’aumentare del reddito, Leu. Modello tedesco che trova orecchie attente anche nel Pd, dove però al momento si è scelto di non definire una proposta puntuale “di partito” sul tema.

Il nodo Aspi
E poi c’è il dossier Autostrade. Per il Pd i Benetton possomo mantenere la concessione a patto però che accettino alcune condizioni, come la diminuzione dei pedaggi e maggiori investimenti nella manutenzione. Sul dossier M5S e Iv rischiano invece il corto circuito. I primi infatti premono per revocare la concessione ad Aspi, mentre Italia Viva è contraria a questa soluzione (propone in alternativa un piano da 82 miliardi per investimenti in strade e ferrovie). Anche Leu non è contro la revoca della concessione.

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