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Buon pomeriggio tutti. Ho un importante aggiornamento da darvi in merito al progetto dell’alta velocità Torino-Lione. Sapete qual è sempre stata la mia posizione. Il 7 marzo scorso pubblicamente con la trasparenza che si deve a tutti i cittadini e che contraddistingue il mio operato, ho illustrato questa posizione nel corso di una conferenza stampa. In quell’occasione vi ho fornito un quadro chiaro, dettagliato di tutti gli aspetti relativi alla decisione di realizzare o meno l’opera alla luce dell’analisi costi-benefici che è stata acquisita dal Governo e vi ho anche illustrato il metodo che avevo seguito e che avrei seguito per arrivare alla decisione finale.
Voglio ricordare qualche passaggio di quella conferenza stampa perché quello che dissi in quell’occasione vale ancora oggi. Consapevole del fatto di rappresentare al Governo due forze politiche che sul punto di questa infrastruttura hanno assunto ed esprimono una valutazione totalmente e diametralmente opposta, affermai di avere sempre affrontato questo progetto con estremo senso di responsabilità, senza alcun pregiudizio con il massimo equilibrio. Mi ero e mi sarei lasciato guidare sempre e soltanto dall’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini, i nostri interessi nazionali in gioco. Lo ricordo: ci sono tanti soldi e questi soldi sono vostri, dei cittadini italiani, vanno gestiti con la massima attenzione. Come farebbe, se mi permettete, un padre di famiglia che deve far quadrare i conti e deve porsi il problema di impiegare al meglio le risorse finanziarie disponibili. Dopo avere studiato il dossier, dopo aver attentamente vagliata attentamente vagliato l’analisi costi benefici, il mio proponimento è stato di trovare una soluzione alternativa al progetto Tav. Una infrastruttura, lo ricordo, concepita decenni fa e destinata a essere realizzata fra qualche lustro.
Nella conferenza stampa del 7 marzo ho espresso una posizione chiara che ha fatto molto discutere. Ho detto che se fossi chiamare chiamato oggi a valutare l’avvio di questo progetto, lo indirizzerei in maniera diversa e tenteremo quindi di impiegare in modo più utile più funzionale nell’interesse del nostro Paese le relative risorse finanziarie. Questo giudizio, voglio e tengo a precisarlo, non è il frutto di un capriccio personale ma appunto di un attento, scrupoloso studio del relativo dossier. Conclusi quella conferenza dichiarando che alla luce dell’impegno contenuto nel contratto di Governo e degli elementi di valutazione nel frattempo acquisiti mi sarei impegnato al massimo, soprattutto con la Francia che è il nostro partner nella realizzazione di questa infrastruttura, ma anche con l’Europa, per pervenire a una modalità alternativa che ci consentisse appunto di mantenere fede al contratto al contratto, cioè operare una revisione del progetto.
Vi posso assicurare che con il presidente Macron ho molto insistito su questo punto in questa direzione, rappresentando questa posizione, richiamando le conclusioni più volte della nostra analisi costi benefici. Nel frattempo però sono intervenuti – stiamo parlando di un arco di quattro mesi – dei fatti nuovi elementi di cui dobbiamo tener conto nella risposta che venerdì il governo dovrà dare all’Inea, che l’Agenzia europea per le infrastrutture e le reti, per evitare la perdita dei finanziamenti europei. L’Europa, infatti – ed è questo il primo punto il primo elemento nuovo di cui tenere conto – si è detta disponibile ad aumentare il finanziamento della tratta transfrontaliera dal 40 al 55 per cento. Questo ridurrebbe lo stanziamento di fondi che l’Italia deve destinare al progetto Tav con un notevole risparmio. Secondo elemento: per quanto riguarda la tratta la tratta nazionale, che impiega molte risorse nell’ordine di un miliardo e 700 milioni circa, l’Italia potrebbe beneficiare di un contributo dalla Commissione europea pari al 50 per cento come già preannunciato. E anche qui saremmo di fronte a un sostanzioso risparmio. Ulteriori finanziamenti europei, ricordo saranno disponibili grazie all’impegno del ministro Toninelli e quindi per questo lavoro che lui ha compiuto lo devo ringraziare pubblicamente. Terzo elemento, quello forse più rilevante: la Francia si è espressa per la conferma della realizzazione di quest’opera. Infatti l’Assemblea nazionale francese ha approvato il 18 giugno 2019 la legge sulla mobilità con la quale sono stati confermati gli impegni della Francia alla realizzazione del Tav. Lo stesso aveva anticipato il presidente Malagò.
Ne consegue che se volessimo bloccare l’opera e se fosse possibile intraprendere la via di un progetto alternativo, non lo potremmo fare condividendo questo questo percorso con la Francia. Per bloccare l’opera quindi non potremmo confidare su quello che tecnicamente si definisce un muto dissenso degli altri protagonisti, la Francia e la stessa Europa.
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