Il pezzo più pregiato sembra essere la Jaguar Xj6 di Giuseppe Conte, tenuta gelosamente in garage e sulla quale nessun fotografo è riuscito finora a sorprendere il premier “avvocato del popolo”. Anno 1996, prezzo sul mercato intorno ai 10mila euro. Per il resto, tolto il tocco vintage del presidente del Consiglio, il parco-auto dei ministri che si può ricostruire dalle dichiarazioni patrimoniali 2018 (riferite quindi all’anno precedente) è composto soprattutto da auto di piccola cilindrata. E tutte straniere. Una sola eccezione la Lancia Y di Enzo Moavero Milanesi (titolare degli Esteri). Si va infatti dalla Smart ForFour di Giulia Bongiorno alla Ford Kuga (quella del leghista Gian Marco Centinaio, Politiche agricole) passando per l’ Opel Agila di Barbara Lezzi (M5S, ministero per il Sud, acquistata lo scorso anno).
Scelgono auto tedesche Giulia Grillo (un’Audi 1 del 2011), Sergio Costa (Mercedes Classe A) e il Gurdasigilli Alfonso Bonafede (Mercedes Classe B). L’elenco è più breve dei 18 titolari del governo. Non tutti, infatti, nella casella riservata ai beni mobili hanno dichiarato di possedere un’automobile. Se il vicepremier e due volte ministro (Lavoro e Sviluppo economico) Luigi Di Maio ha una Rover Mini Cooper (anno di immatricolazione 1993), l’altro vicepremier e titolare dell’Interno Matteo Salvini non ha auto di proprietà (per gli spostamenti da ministro usa una Volkswagen Passat). Lo stesso vale per il responsabile dell’Economia Giovanni Tria e per quello della Famiglia il leghista Lorenzo Fontana (Famiglia). Nell’elenco non compaiono mai auto italiane. L’unica Fiat è la 600 del 2001 posseduta da Paolo Savona: l’economista cagliaritano, però, non fa più parte del Governo dallo scorso 8 marzo, quando si è dimesso da ministro per le Politiche europee per assumemere l’incarico di presidente Consob.
Un giro a bordo della mitica Ferrari 250 GT della @poliziadistato che negli anni Sessanta è diventata famosa grazie… https://twitter.com/i/web/status/1114989447458611200
– GiuseppeConte(GiuseppeConteIT)
A riportare un parziale tocco di italianità, almeno indirettamente, è stato Danilo Toninelli. L’esponente del Movimento 5 Stelle, responsabile per le Infrastrutture, ha una Volkswagen Golf VI immatricolata nel 2011 (alimentazione a Gpl). Di recente, però, è finito al centro di polemiche perché in un’intervista a Tg2 Motori, dopo aver fatto l’elogio dell’elettrico, ha raccontato che la moglie ha acquistato un’auto usata (a km zero). Era una Jeep Compass. Gruppo Fiat.
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