In attesa di capire quale sarà l’esito della crisi di Governo appena esplosa vi proponiamo 266 dichiarazioni, su vari temi, fatte dai due rappresentanti del Movimento 5 Stelle e della Lega. Non sempre è facile attribuirne la corretta paternità
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«Ci siamo detti chiaramente che se si va avanti si va avanti sugli obiettivi che ci siamo dati, per combattere e non per vivacchiare o tirare a campare». Secondo voi chi è che ha pronunciato questa frase? Un indizio: è un politico. Un secondo indizio: si tratta di decidere tra Di Maio e Salvini. Esplosa la crisi di Governo e in attesa di comprenderne gli esiti, ha senso ripercorrere il linguaggio di queste due figure che – come scrive Alberto Orioli nell’introduzione a “Chi l’ha detto”, in edicola con Il Sole 24 Ore per un mese a partire da venerdì 9 agosto – «hanno storie e retroterra culturali completamente diversi. Appartenenze geografiche opposte, l’uno è partito dal Nord secessionista per dare vita a un nuovo soggetto politico
nazionale, l’altro è alfiere di un Sud in cerca di nuovi referenti, sempre in bilico tra vecchie tentazioni clientelari e stataliste e nuove forme di riscatto sociale per un’area che conosce iniziative di eccellenza troppo spesso non valorizzate a sufficienza».
Due figure che, però, nel linguaggio – e questo florilegio di dichiarazioni che vi proponiamo ne è la conferma – si sono contaminate producendo
«una sorta di osmosi verbale che rende, spesso, difficile immaginare chi
sia l’autore di questa o quella frase».
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Questo volumetto dunque mette alla prova i lettori nell’attribuzione della paternità di 266 dichiarazioni, su vari temi, fatte dai due rappresentanti del Movimento 5 Stelle e della Lega. Un gioco estivo in forma di indovinello, di quelli da fare tra amici sotto l’ombrellone: non sempre sarà facile distinguere chi sia l’autore dell’affermazione pubblicata perché, nonostante tutti gli scontri e le dispute al calor bianco all’interno della nuova maggioranza giallo-verde, a volte il linguaggio dei due leader finisce per assomigliarsi. Un modo per ripercorrere anche ciò che è accaduto in un anno di governo e per testare la propria capacità di conoscere le vicende della politica. Può sembrare facile, ma non lo è. Anche perché i primi a giocare con le parole sono proprio Salvini e Di Maio.
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