La viceministro Marina Sereni si sta ritagliando uno spazio sui dossier più geopolitici di cui si occupa il ministero degli Esteri, come dimostra il suo viaggio in Albania, lo scorso 23 e 24 ottobre. Sereni era a Tirana per la conferenza mediterranea annuale dell’OSCE, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, e contestualmente ha incontrato il suo omologo albanese, Etjen Xhafaj. È un incontro di routine, ma avviene in un contesto particolare: il 16 ottobre il Consiglio dell’Unione europea non ha trovato un accordo unanime per l’avvio delle trattative su un possibile ingresso nell’Unione dell’Albania e della Macedonia del Nord.
L’Italia ha sempre sostenuto con forza la necessità di allargare l’Unione europea a est, e in particolare nei Balcani, una zona dove il nostro paese ha molta influenza per ragioni storiche, geografiche e culturali. Per dare inizio alle trattative di allargamento è necessaria l’unanimità, non trovata a causa della Francia, che ha posto il veto rinviando per la terza volta l’avvio delle trattative di adesione. Il presidente Emmanuel Macron ha spiegato in conferenza stampa il motivo della sua posizione contraria: «Prima di allargare ancora l’Unione dobbiamo essere capaci di riformarci. Il processo di allargamento non è più adatto, è troppo burocratico e non parla più ai popoli», e in ogni caso «i due paesi candidati non avevano compiuto i progressi necessari all’avvio del processo di adesione».
L’Italia ha fortemente criticato la decisione della Francia, e ha detto chiaramente che lo stallo sull’allargamento ai Balcani è un’occasione persa: «È un errore storico, continueremo ad assicurare il nostro sostegno all’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, e in particolar modo al percorso di integrazione europea dell’Albania», ha detto Marina Sereni. La Farnesina ha molto a cuore il dossier Balcani, ed è nota la pressione del corpo diplomatico per aumentare le attività italiane e gli scambi con i paesi che si affacciano sul Mare Adriatico. «La scarsa copertura della stampa non aiuta», ci spiega una nostra fonte, «ma per noi è chiaro che i Balcani sono una zona di influenza naturale».
In questo senso la politica del governo è coerente: Giuseppe Conte era anch’egli in Albania lo scorso 15 ottobre; secondo le informazioni di Linkiesta è prevista nei prossimi mesi una visita a Roma del primo ministro albanese Edi Rama, che dovrebbe incontrare anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il leader del Movimento 5 Stelle, dopo l’assemblea generale dell’Onu, ha espressamente dato indicazione di sfoltire la propria agenda da impegni internazionali: si diceva preoccupato dalla situazione del partito in Italia e ha per esempio rinviato a dopo le elezioni in Umbria la sua visita in Marocco, che dovrebbe avvenire il primo week end di novembre. A ottobre è andato soltanto a Washington con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un viaggio praticamente obbligato. Per mascherare questo vuoto, sul sito della Farnesina hanno artificialmente aumentato le visite di Di Maio: nella sezione dedicata alle missioni del ministro all’estero, compare una sua partecipazione alla presentazione del padiglione italiano all’Expo 2020. Continente, Europa. Città, Matera.
https://www.linkiesta.it/it/article/2019/10/29/farnesina-di-maio-esteri-balcani-umbria/44142/