Il ministero del Lavoro farà partire una verifica sui rimborsi spese da 166mila euro presentati nel 2019 dal presidente di Anpal Mimmo Parisi (e mai rese pubbliche dalla Agenzia per le politiche attive), di cui Linkiesta ha dato notizia lo scorso 25 febbraio. Lo ha detto il sottosegretario Stanislao Di Piazza, del Movimento Cinque Stelle, in risposta all’interrogazione posta dalla deputata del Pd Chiara Gribaudo in commissione Lavoro della Camera. Il ministero «avvierà una serie di verifiche presso gli enti interessati. È infatti di fondamentale importanza fare rapidamente chiarezza sugli elementi prospettati», ha detto Di Piazza (qui il video).
Nell’interrogazione a risposta immediata, Gribaudo ha chiesto chiarimenti sui voli in business class da e per gli Stati Uniti e sul rinnovo annuale della aspettativa del professor Parisi dalla Mississippi State University, in quanto la carica di presidente di Anpal risulta (da statuto) incompatibile con altri incarichi. «È stata riportata la notizia che il presidente di Anpal avrebbe anche l’abitudine di recarsi una o due volte al mese negli Stati Uniti, non sappiamo se per trovare la famiglia o per lavorare, con voli business a carico di Anpal Servizi, non rendicontati e difficilmente compatibili con le norme in materia di spending review», ha fatto presente Gribaudo. «Chiediamo quindi al ministero un chiarimento sulla aspettativa del professor Parisi, se questa sia stata rinnovata e se non si ritiene necessario premere affinché le spese da lui sostenute vengano correttamente rendicontate e pubblicate sul sito di Anpal, dove oggi troviamo solo quelle del suo predecessore».
Nel bilancio preconsuntivo di Anpal relativo al 2019, viene fuori che Mimmo Parisi ha speso 71mila euro per i suoi viaggi andata e ritorno da Roma al Mississippi, 55mila euro per il noleggio dell’auto con autista, 32mila euro circa per il suo alloggio romano, 5mila euro per i viaggi in Italia e 3mila euro per vitto e altro. Il regolamento dell’agenzia prevedeva il rimborso spese per i viaggi aerei, ma solo per la classe economica. Parisi, appena insediatosi, chiese subito di poter viaggiare in business class, ma il cda di Anpal bocciò la proposta di modifica del regolamento sui rimborsi. Alla fine, il professore del Mississippi, in quanto amministratore unico di Anpal Servizi, società in house di Anpal, approvò lui stesso un nuovo regolamento sui suoi stessi rimborsi spese. All’articolo 2 del testo, “Spese di viaggio e alloggio”, si dice che «per il trasporto aereo è rimborsabile, di norma, la classe economica, salvo motivate esigenze e salvo voli transcontinentali superiori alle cinque ore». Tutti i voli da e per il Mississippi, ovviamente, sono superiori alle cinque ore.
Ora, seppure sia Anpal sia Anpal Servizi spa siano dotate di propri organi di controllo amministrativo e contabile, il ministero del Lavoro di Nunzia Catalfo ha comunque un ruolo di vigilanza sull’agenzia. Ed è quindi incaricato del controllo sul corretto funzionamento della agenzia guidata da Mimmo Parisi, che in questo momento gestisce la delicata fase 2 del reddito di cittadinanza, quella che riguarda la ricerca di un lavoro per i percettori del sussidio. «Per quanto riguarda il ministero del Lavoro, non posso che garantire la più ampia disponibilità a fornire il necessario supporto a tutela della legittimità dell’azione amministrativa e sarà cura del ministero che rappresento porre in essere tutti gli approfondimenti necessari sulla gestione di risorse nell’ottica della massima trasparenza», ha garantito il sottosegretario Di Piazza.
«Quelle di Parisi sono mancanze gravi, non solo per la violazione della normativa sulla spending review, ma anche lesive dell’immagine e della credibilità dell’agenzia in un momento in cui stiamo ancora aspettando la stabilizzazione dei 654 precari di Anpal Servizi. E non c’è traccia del software di scambio tra offerta e domanda di lavoro indispensabile per il futuro del reddito di cittadinanza», ha ricordato Gribaudo. «Non ci possiamo permettere che in questo ruolo ci sia qualcuno che lavora a mezzo servizio e che mina le fondamenta delle politiche del lavoro». Lanciando alla fine un ultimatum alla ministra Catalfo: se Parisi non pubblicherà a breve i documenti di rinnovo dell’aspettativa da parte della Mississippi State University e tutte le rendicontazioni delle sue spese, «è necessario che il ministero prenda atto della sua incompatibilità, ne chieda le dimissioni o proceda a rimuoverlo per nominare qualcuno di più competente, senza conflitti di interesse e soprattutto più interessato al destino dei lavoratori italiani».
https://www.linkiesta.it/it/article/2020/03/05/verifica-ministero-lavoro-mimmo-parisi/45703/