Replicare su scala nazionale il modello Expo per far ripartire l’Italia. Un piano monstre da 120 miliardi di euro in tre anni da spendere subito per sbloccare le opere pubbliche. La scommessa di Matteo Renzi è riproporre lo schema che ha fatto volare l’economia di Milano: nuove infrastrutture, burocrazia semplificata e una gestione commissariale con un forte intervento pubblico. Con o senza Raffaele Cantone. L’ex presidente del Consiglio racconterà a Torino i dettagli di “ShockItalia”, nella prima tappa del suo “Giro d’Italia Viva”. Nessun riferimento al discorso Lingotto di Veltroni né ad altre cabale dem. Renzi vuole parlare a quel popolo che riempiva piazza Castello pochi mesi fa per dire sì alla Tav.
Nel piano del fondatore di Italia Viva, l’alta velocità non deve arrivare solo a Bari, ma fino a Lecce e in tutto il Sud, bisogna rilanciare il sistema dei porti e quello degli aeroporti, come quello di Firenze, dove mezzo miliardo di cantiere è fermo. Negli elenchi di opere pubbliche da sbloccare ci sarà anche la metropolitana a Roma e il sistema delle tramvie. Così come l’unità di missione sul dissesto idrogeologico approvata dal suo governo e bloccata da quello gialloverde. L’unico modo a suo avviso per ricostruire le fogne in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno. Come fare? Renzi fa capire che una parte dei finanziamenti previsti per il 2024 potrà essere anticipato per cassa al 2022. L’anticipo non è considerato un problema dai renziani perché qualsiasi soggetto finanziario sarebbe pronto a garantire il pagamento con la certezza che i soldi possano rientrare. Renzi spiega ai suoi: «Sono stato due giorni a Londra a parlare con gli investitori e questo piano fa venire gli “occhini” entusiasti a tutti gli operatori finanziari. Così l’Italia riacquisterà forza e credibilità».
Il discorso di Torino non sarà un mero elenco. L’ex presidente del Consiglio vuole indicare un metodo. E nei prossimi due mesi girerà l’Italia per discutere questa proposta di riforma con le associazioni di categoria, i sindacati e il mondo delle imprese. Un martellamento mediatico con uno scopo preciso: trascinare sulle sue posizioni gli alleati di governo e costringere Giuseppe Conte ad appoggiare il decreto. Ma come si fa a convincere i 5 Stelle? «Hanno approvato lo sblocca cantieri che prevede cento commissariamenti, per cui in tempi non sospetti la pensavano come noi», dice un esponente rilevante di Italia Viva. «L’alternativa è la stagnazione. Se vogliono la decrescita infelice, basta dirlo, ma se ne assumeranno la responsabilità davanti agli italiani. Chi può dire di no a una proposta del genere?».
Non è un ultimatum né un diktat per la sopravvivenza del governo. Se mancherà l’appoggio del M5S, Italia Viva presenterà comunque questa proposta operativa in Parlamento. Chiederà il consenso di maggioranza e opposizione. Un patto trasversale per i cantieri. I renziani assicurano: è una proposta che non si può rifiutare. La mossa del leader di Italia Viva non vuole essere un fuoco d’artificio per far parlare per un giorno del nuovo partito, ma dinamite mediatica per dettare l’agenda e togliere in un colpo solo il boccino dell’iniziativa politica a Lega e Movimento Cinque Stelle. Per farlo, Renzi ha deciso di spostare il dibattito pubblico nel suo campo di gioco: infrastrutture e crescita.
L’obiettivo è posizionare Italia Viva nel settore più all’avanguardia per attrarre il voto di riformisti, moderati e liberal democratici a prescindere da che partito abbiano votato. Fino alla campagna elettorale per le elezioni del 2023 ogni discorso è prematuro. A pochi mesi dal voto si vedrà a che punto sarà il suo partito nei sondaggi. In quel momento il tifoso numero uno Viola deciderà se essere assist man alla Rui Costa come ha detto al Festival de Linkiesta, o il centravanti alla Batistuta. «Anche se io mi sento più Castrovilli», ironizza Renzi. Ovvero, la sorpresa del campionato.
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