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Imu-Ici della Chiesa: in Senato la proposta M5S per recuperare 5 miliardi

possibile emendamento alla manovra

Si punta incassare l’Ici non pagata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011 <br/>e a far pagare l’Imu per gli immobili sfruttati commercialmente ma che «eludono l’imposta». Associazioni e società legate alla religione cattolica o congregazioni con giro d’affari «pari o superiore ai 100mila euro annui» saranno «tenute a farsi convalidare i propri bilancio da un certificatore esterno», In caso di bilancio non veritiero» possibili condanne da 3 ai 5 anni di carcere

24 ottobre 2019


2′ di lettura

Recuperare l’Imposta comunale sugli immobili (Ici) non pagata dalla Chiesa e dagli enti no profiti tra il 2006 e il 2011 e far pagare la subentrante Imposta municipale (Imu) per quegli immobili sfruttati commercialmente dagli enti religiosi ma che «eludono l’imposta». A questo punta il disegno di legge sottoscritto dalla stragrande maggioranza dei senatori M5S depositato al Senato.

A breve il ddl potrebbe essere trasformato in un emendamento alla legge di bilancio in cantiere assicurando una buona fetta delle coperture. La misura, firmata anche dall’ex ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, sarebbe infatti in grado di «produrre risorse per 5 miliardi» di euro.

«Tali somme sarebbero sufficienti ad evitare gli aumenti della cedolare secca, della tassa sulle transazioni immobiliari, dei bolli sugli atti giudiziari, del biodiesel e della plastic tax», spiega Elio Lannutti, primo firmatario della proposta che punta a evitare « questi balzelli che non esiterei a definire una stangata su cittadini e famiglie». La proposta di legge prende spunto dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea che aveva stabilito il recupero da parte dello Stato italiano dell’imposta non versata dalla Chiesa tra il 2006 e il 2011, in quanto «aiuto di Stato irregolare».

Nel frattempo, secondo i firmatari, l’intervenuto decreto legge fiscale “Salva Italia” voluto dal premier Mario Monti nel 2012 che esonera la Chiesa dal pagamento dell’imposta laddove non vengono svolte attività economiche, «presenta molte scappatoie» che consentono di evitare il pagamento dell’imposta anche dove si produce reddito. Un nodo che secondo i firmatari si potrebbe risolvere «facendo controllare i bilanci delle società o delle associazioni che li gestiscono da soggetti terzi, che se ne assumono la responsabilità».

La norma, in particolare, prevede che tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica o congregazioni «il cui giro d’affari sia «pari o superiore ai 100mila euro annui» siano «tenute a farsi convalidare i propri bilancio da un certificatore esterno» che in caso di bilancio non veritiero» potrà essere «condannato ad un periodo di detenzione dai 3 ai 5 anni». Secondo la relazione che accompagna il disegno di legge l’Anci ha stimato in circa 5 miliardi di euro, pari a 800 milioni di euro l’anno, l’Ici (all’epoca era questo il nome dell’imposta) non versata dagli enti religiosi tra il 2006 e il 2011.

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