In un clima che nel governo giallo verde si fa sempre più teso, con il leader sconfitto Di Maio “sotto processo” dopo i quasi sei milioni di voti persi dai pentastellati in dodici mesi di Governo e con l’altro vicepremier, il vincitore Matteo Salvini che al contrario detta già l’agenda dei prossimi mesi, l’ipotesi che l’alleanza tra M5S e Lega possa non reggere l’urto della tornata elettorale del 26 maggio si affaccia alla finestra del panorama politico.
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Domani è atteso un importante banco di prova: è infatti in arrivo la sentenza sulle cosiddette “spese pazze” in regione Liguria che vede imputati per peculato e falso il viceministro leghista alle Infrastrutture Edoardo Rixi insieme ad altre 21 persone. Lega e Cinque Stelle potrebbero già andare al muro contro muro.
Salvini da una parte frena sull’ipotesi di tornare alle urne. «Che succede il 15 luglio? No, io sul calendario ho cerchiato il 27 luglio, è il compleanno della mia fidanzata». Il vice presidente del Consiglio smentisce così le indiscrezioni giornalistiche secondo le quali avrebbe indicato sul calendario la metà di luglio come ultima data utile per lo scioglimento delle Camere se si intende tornare alle urne entro settembre (e prima della redazione della Legge di Bilancio 2020). Quanto al rischio sul voto anticipato, osserva: «Io non me lo auguro, teoricamente dovrei lavorare per questo, perchè uno dice raddoppio i voti, raddoppio i parlamentari. No, io vorrei continuare a lavorare come abbiamo fatto nei primi nove mesi: bene. Certo se invece dovesse trascinarsi l’ultima parentesi delle ultime settimane…no». Poi, al termine dell’assemblea dei gruppi parlamentari del Carroccio, il segretario federale del Carroccio lancia un messaggio a M5S: «Se nei Cinque Stelle prevalesse la linea della barricata e del no a ogni costo valuteremo, io voglio lavorare. La maggioranza c’è ed è questa».
Se la situazione dovesse accelerare verso uno showdown, la seconda metà di luglio potrebbe essere la deadline per decidere se andare alle urne. Per votare il 22 settembre (il 29 potrebbe essere già tardi, si rischia di compromettere la sessione di bilancio), si dovrebbero sciogliere le Camere – la decisione spetta al Presidente della Repubblica – non oltre il 21 luglio (devono passare almeno 60 giorni). Si tratterebbe di fare la campagna elettorale d’estate. Considerato che, come spiega oggi il Sole 24 Ore, entro venti giorni si deve riunire il nuovo parlamento, quindi va costituito l’esecutivo (che deve avere la fiducia di Camera e Senato), il nuovo Governo potrebbe entrare in carica entro il 15 ottobre, quando andrà presentato il Documento programmatico di bilancio a Bruxelles (cinque giorni dopo sarà la volta del parlamento).
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