La struttura ad hoc e le risorse da mettere in campo sulle sei macroaree e sui singoli “cluster”: sarà questo, a quanto si apprende da fonti di governo, lo schema del Recovery Plan sul tavolo del Cdm convocato per la mattinata. Non dovrebbe esserci, invece, una decisione formale né sui profili dei sei top manager per l’attuazione dei progetti né sulle risorse da mettere in campo per ogni progetto. Il clima politico, già piuttosto acceso sul nodo della gestione dei fondi del Recovery e sul Mes, avrebbe suggerito al governo di prendersi un supplemento di riflessione prima di dare l’ok agli appostamenti sui singoli progetti.
“Siamo contrari all’utilizzo del Mes, è uno strumento obsoleto e non adeguato. Questa riforma cerca di cambiare il Mes, a noi questa riforma non piace ma mentre a dicembre 2019 potevamo permetterci di dire “assolutamente no” oggi siamo in un anno in cui c’è una crisi pandemica, in cui l’Ue ha dimostrato di mettere in campo strumenti nuovi. Oggi dobbiamo guardare avanti. Questa riforme è un modo per chiudere il capitolo”, ha detto il capo politico M5S Vito Crimi che sottolinea come “da stamattina la risoluzione la stanno scrivendo 60 parlamentari del M5S”. “La risoluzione ideale sarebbe quella in cui si metta nero su bianco che il Mes non sarà utilizzato ma siamo in una coalizione. Tuttavia è pacifico che il Mes non sarà utilizzato perché la maggioranza di questo Parlamento non lo vuole “. E poi ancora: “Convinto che non ci siano problemi di voto. Se qualcuno dovesse decidere diversamente si assumerà la responsabilità di votare contro la risoluzione di maggioranza. Chi oggi decide di votare contro va contro una decisione presa da tutto il gruppo parlamentare”, ha detto ancora Crimi a Mezz’ora in più, su Raitre.
Fonte Ansa.it