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In lizza per un posto di Garante privacy: più di 250 le candidature

le nomine nelle autoritÀ

Il Parlamento entro fine anno dovrà scegliere i quattro componenti. Da rinnovare anche l’Agcom

di Antonello Cherchi

5 novembre 2019


2′ di lettura

Oltre 250 candidati per quattro posti. È la proporzione su cui il Parlamento si dovrà esercitare per scegliere, entro fine anno, i nuovi componenti del Garante della privacy. Due dovranno essere indicati dalla Camera e altrettanti dal Senato. I neo-designati dovranno poi scegliere al loro interno il presidente, che andrà a sostituire Antonello Soro, che, come gli altri tre del collegio (Augusta Iannini, vicepresidente, Giovanna Bianchi Clerici e Licia Califano) continua a occuparsi dell’ordinaria amministrazione in regime di prorogatio, poiché l’attuale Authority è scaduta il 19 giugno scorso.

Doppia proroga
Questa è la seconda proroga, dopo quella accordata dal decreto legge 64 di inizio luglio (non convertito) e l’altra concessa dal decreto legge 75, convertito dalla legge 107. La partita dovrà concludersi entro il 31 dicembre. Entro quella data le Camere dovranno indicare anche i nuovi componenti dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni): così come per la privacy, due dovranno essere scelti da Montecitorio e altri due da Palazzo Madama. Il presidente dell’Agcom – attualmente è Angelo Marcello Cardani – viene, invece, nominato su proposta del presidente del Consiglio, d’intesa con il ministro dello Sviluppo economico, dopo aver acquisito il parere favorevole delle commissioni parlamentari competenti.

La carica degli avvocati
La selezione del Parlamento si dovrà esercitare, almeno per quanto riguarda la privacy, su oltre 250 curricula: tanti sono quelli presentati alla Camera e altrettanti al Senato. Le candidature non sono le stesse, anche se in molti casi c’è chi si presenta in entrambi i rami. La stragrande maggioranza sono avvocati, a cui fanno compagnia i professori universitari in materie giuridiche. Compaiono, però, anche magistrati: alla Camera, per esempio, si è presentato Luca Palamara, ex presidente dell’Anm e coinvolto nel procedimento giudiziario sulle nomine al Csm.

I papabili
Ci sono poi i politici, come Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia), ex ministro della Difesa e ora vicepresidente del Senato, o Giovanni Legnini, ex vicepresidente del Csm, entrambi candidati sia alla Camera sia al Senato ed tutti e due dati in polo position per una designazione. Ai loro nomi si aggiungo quelli di Oreste Pollicino, professore di diritto costituzionale alla Bocconi, dell’attuale segretario generale del Garante Giuseppe Busia, di Enrico Costa (viceministro alla Giustizia e poi ministro agli Affari regionali), di Vincenzo Zeno Zencovich, avvocato e professore universitario, di Giuseppe Corasaniti, magistrato specializzato sul diritto di internet e su quello della privacy.

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