Il ruolo svolto dalle piattaforme online nell’economia digitale, amplificato dalla pandemia, segna cambiamenti senza precedenti nei processi economici, nella rappresentazione delle istanze pubbliche e politiche, negli usi e nei costumi privati dei cittadini. È in questo scenario che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avvia un’indagine conoscitiva, con una formula originale e innovativa, che mapperà l’ecosistema digitale in tutte le sue componenti e in relazione al quadro normativo. Relatrici della Delibera, approvata all’unanimità dal Consiglio, sono le Commissarie AgCom Laura Aria e Elisa Giomi, due donne e un voto all’unanimità per guardare avanti in modo innovativo ed affrontare un nodo fondamentale del nostro futuro.
”Per stare alla stretta attualità – spiega Laura Aria in un’intervista all’ANSA – basta guardare al caso Trump, un caso assolutamente emblematico perchè la piattaforma si è autoregolata ed ha deciso di silenziarlo in base ai termini dei loro contratti. Ma questo è veramente corretto? A una democrazia si contrappone una tecnocrazia. L’innovazione in realtà ci deve solo aiutare a vivere meglio e per farlo ci servono regole di trasparenza, diverse da quelle degli altri media”. Altro caso recente, aggiunge Aria, ma altrettanto significativo ”è quello di TikTok, che riguarda il tema della tutela dei minori. Lì ad esempio ci vuole una policy più trasparente per sapere l’età di chi la usa. Serve anche uno sforzo per l’educazione del cittadino ad usarli”. Il tema fondante per la commissaria infatti, ”è quello della trasparenza, nella gestione dei reclami ad esempio, nella conoscibilità e tracciabilità. Le regole saranno condivise, ci deve essere un’autoregolamentazione vigilata, ma la vigilanza deve essere esterna di un organismo terzo”.
Tornando all’indagine conoscitiva, ci spiega come è nata e quali sono le finalità. ”E’ nata da una serie di lavori che ha svolto l’Agcom negli anni passati – dice Aria relatrice insieme ad Elisa Giomi – indagini conoscitive parcellizzate su big data.
Quello che si vuole fare ora però è una ricognizione ad ampio raggio. Avere un’indagine che ci dia una cassetta di attrezzi normativa da portare nel quadro della regolazione europea quando si sarà assestata”.
”La cornice finale della regolamentazione non può infatti che essere europea”, aggiunge la commissaria Agcom – e le regole europee sono in fase di forte evoluzione”, a partire ovviamente dal recente pacchetto del Digital Services Act e del Digital Market Act. ”I tempi dell’indagine sono 6 mesi, ma è chiaro che in questo settore la rapidità è fondamentale per fare una mappatura e vedere come affrontate le criticità: dai comportamenti illeciti che mettono in pericolo le piccole e medie imprese, all’hate speech e più in generale alle violazioni individuali o massive dei diritti fondamentali capaci di compromettere l’integrità dei processi democratici, l’autonomia decisionale degli individui, la tenuta del tessuto sociale, il pluralismo informativo e la tutela dei minori”. Insomma lo scopo è quello di fare una mappatura per un confronto a livello europeo, che porti alla luce le zone d’ombra: ”serve insomma un quadro di regole per frenare le criticità a cui porta la gestione di grandi masse di dati che vanno trattati in modo etico, attraverso l’applicazione di valori che per l’Europa sono fondanti”. (ANSA).
Fonte Ansa.it