Asserragliato, nervoso, senza un progetto per uscire dall’empasse politica in cui si è cacciato. Per Matteo Renzi è il momento più difficile da quando, giovanissimo, ha cominciato a fare politica. Davanti a sé un futuro pieno di incognite, dietro di sé un passato pieno di rimpianti. Come quelli di cui parla lui stesso, nel colloquio di domenica scorsa alla Repubblica delle Idee: “Lo spazio politico per un nuovo partito c’è stato almeno due volte. Dopo la sconfitta alle primarie del 2012 e dopo la vittoria alle Europee del 2014”. Oggi no, dice Renzi, oggi quello spazio non c’è più.
In realtà, nella testa dell’ex rottamatore quel progetto c’è ancora, non è mai uscito davvero. Anche perché la ridotta che lo circonda più da vicino, dai suoi amici fiorentini fino alla coppia formata da Luciano Nobili e Anna Ascani, è sempre più piccola, ma sempre più agguerrita. Lo idolatra alla stregua di una divinità e lo spinge a non sotterrare l’idea di un partito centrista, alla Macron, per dirla come la direbbe Sandro Gozi, altro fedelissimo in cerca di un futuro lontano dal Pd.
Ma Renzi è assillato dai dubbi. E dai fantasmi. Chi lo conosce bene, sa che una parte fondante della sua strategia politica poggiava sul fatto che la crisi del Pd continuasse, in maniera quasi irreversibile. E invece la realtà si è rivelata, per fortuna dei dem, decisamente diversa. Le recenti elezioni europee e, ancora di più, la tornata amministrativa, ha consegnato al Paese un partito, se non in salute, quanto meno vivo e vegeto. E la cosa era tutt’altro che scontata, dato che, prima dell’elezione a segretario di Nicola Zingaretti, i sondaggi fotografavano un partito che si barcamenava tra il 15 e il 16 per cento.
Le pattuglie renziane, soprattutto sui social, hanno provato (e stanno provando) a minimizzare il risultato del Pd, mettendo in evidenza tutti i lati negativi del voto, ma l’idea secondo quale il ritorno salvifico di Renzi potesse essere invocato a furor di popolo, è andata comunque a sbattere contro il risultato delle urne del 26 maggio e del 10 giugno.
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