Una cifra 17,5 % come risultato elettorale non è male per un partito che molti considerano accessorio. Ancora di più se si raggiunge raddoppiando il consenso in cinque anni. La vittoria elettorale di Katharina Schulze nel Land Bavarese nel 2018 ha mostrato il potenziale di una proposta ecologista, stanando elettori dormienti e riattivando una base green che, come in Italia, non trova casa né nei partiti tradizionali, né nelle nuove formazioni movimentiste che troppo spesso guardano con sospetto e ignoranza all’Europa.
Katharin Schulze, i Partiti dei Verdi Europei possono guadagnare consenso?
Sicuramente. Per molti anni l’Unione europea è stata data per scontata. Non è più così. La Brexit, il ritorno delle destre, ci dimostrano che oggi bisogna lottare per difendere l’Unione Europea, che ha portato 70 anni di pace nel continente. Un dono dei nostri genitori e nonni. Noi vogliamo proteggere questo dono. Il Partito verde bavarese ha vinto le elezioni del 2018 puntando proprio sulla difesa del futuro dell’UE, esplicitamente, con argomenti convincenti e incentrati sulla solidarietà. Gli altri partiti hanno fatto dell’Unione un capro espiatorio. Non è quello che vogliono tanti elettori che non votano. Vogliono soluzioni e le troveranno nel programma dei Verdi Europei.
Pensa che nelle prossime elezioni europee i Verdi possano rubare voti sia dai partiti di sinistra sia da partiti liberali o populisti come l’M5S?
Sì, certamente. Ma mi piacerebbe anche sottrarre voti ai conservatori. Noi abbiamo drenato voti sia dai socialdemocratici che dal partito conservatore. E penso che questo possa accadere di nuovo, perché il Partito dei Verdi ha le risposte giuste alle domande urgenti: cambiamento climatico, nazionalismo, migrazione, giustizia sociale.
Quali sono stati gli elementi chiave che hanno permesso il suo grande successo elettorale in Baviera? Quale cluster sociale specifico avete puntato durante la campagna elettorale?
«Offrire coraggio invece che paura» è stato lo slogan del Partito verde bavarese. Ci siamo concentrati su una campagna positiva e fiduciosa e abbiamo posto l’accento sulla parità di diritti per tutti, sulla natura e la sua preservazione.
È possibile attuare un programma ecologista anche all’opposizione? Non è sempre facile.
Lavoriamo sodo e non compromettendo i nostri principi. Al momento ci concentriamo sull’ambiente e sulla conservazione della nostra preziosa biodiversità. Siamo riusciti a formare un’alleanza di gruppi e partiti per avviare una petizione chiamata “salva le api” che ha avuto un grande successo e costretto il governo conservatore della Baviera ad agire. L’altro grande argomento su cui stiamo lavorando sono i diritti per le donne. Quest’anno festeggiamo i 100 anni del diritto al voto universale in Germania. Ma le donne non hanno lo stesso potere degli uomini e guadagnano meno per lo stesso lavoro. Questo deve cambiare.
In Italia, i Verdi sono ancora percepiti come un “partitello”, nonostante un programma completo e ben accolto e una fase politica favorevole. Come possono tornare a superare la soglia del 4%?
Siate coraggiosi, appassionati, creativi. Cercheranno sempre di metterci all’angolo. Dobbiamo offrire soluzioni, non problemi, serve un messaggio chiaro e una strategia efficace per diffonderlo. Bisogna usare ogni mezzo. Social media, interviste con la stampa e soprattutto bisogna andare in strada e parlare alla gente: porta-a-porta, banchetti nelle aree pedonali, incontri nei piccoli municipi. Così si può entrare in contatto con le persone e mostrare loro le nostre soluzioni politiche.
Pensa che i #climatestrike siano importanti per spingere in avanti un programma di decarbonizzazione? Cosa ne pensa dei politici che ignorano questa chiamata (o addirittura offendono una ragazzina di 16 anni)?
Sono molto felice e orgogliosa dei tanti giovani che si mettono in gioco per i loro diritti. Se i leader politici facessero i loro compiti per combattere i cambiamenti climatici durante il loro orario di lavoro, gli studenti non dovrebbero andare in sciopero durante l’orario scolastico. Sono in piena solidarietà con Greta Thunberg e tutti gli attivisti che sono ricoperti di odio, online e offline. Questo non è un tipo di confronto degno della nostra società. Dobbiamo prendere sul serio gli obiettivi delle giovani generazioni: esiste un solo pianeta. E dobbiamo proteggerlo. Adesso.
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