Perugia, arriva Berlusconi ma Salvini e Meloni lo ignorano
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Più che del trionfo in Umbria o dell’imminente campagna elettorale per l’Emilia Romagna, Matteo Salvini ieri, 29 ottobre, si è concentrato su Roma, sul candidato sindaco del centrodestra per la Capitale dove però si voterà solo tra un anno e mezzo. «Qualche idea ce l’ho, ma non posso fare nomi per rispetto dei romani…», ha detto sibillino.
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L’irritazione di FdI
Una mossa che ha irritato più che la sindaca Virginia Raggi, nel mirino già quando era ministro dell’Interno, la sua principale alleata, ovvero Giorgia Meloni fresca del 10% conquistato domenica dal suo partito, Fratelli d’Italia, in Umbria e che nella Capitale ha le sue radici non solo personali ma soprattutto politiche.
Sul Campidoglio Meloni rivendica l’ultima parola
Meloni, pur confermando di non essere interessata a ricandidarsi per la guida del Campidoglio, manda a dire a Salvini che sul sindaco della Capitale Fdi rivendica un ruolo di primissimo piano. Tradotto: sul nome per Roma l’ultima parola spetta a noi.
L’avvertimento di Salvini
Salvini però non la pensa affatto così. Certo, assicura che l’obiettivo è un nome «condiviso da tutta la coalizione» di centrodestra ma contemporaneamente ricorda a Meloni che è la Lega ad essere «il primo partito in provincia di Roma» e che dunque è evidente che nella «scelta qualche responsabilità in più» spetti al Carroccio.
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