La ministra dell’Innovazione Cinque Stelle, Paola Pisano, avrebbe consultato Davide Casaleggio per elaborare il Piano Innovazione del governo perché «Casaleggio ha portato avanti una delle esperienze più innovative a livello internazionale di partecipazione diretta». Come «professore di innovazione», ha precisato, «considero la piattaforma Rousseau un caso da tenere in considerazione». In audizione alla Commissione Trasporti, la ministra grillina ha risposto alle domande dell’opposizione su quel ringraziamento a Davide Casaleggio – proprietario della Casaleggio Associati e presidente dell’Associazione Rousseau – riportato in calce al report “2025. Strategia per l’innovazione tecnologica e digitale del Paese” e rivelato a dicembre da Linkiesta. Ma nel tentativo di fare chiarezza sul potenziale conflitto di interessi, la ministra di fatto ha peggiorato le cose.
«La ministra ha detto, e lo ha ribadito nella replica, che ha consultato Casaleggio come “mago” della partecipazione diretta, riferendosi quindi a Rousseau (associazione alla quale i parlamentari Cinque Stelle versano mensilmente una “tassa”, ndr), e non come imprenditore a capo della Casaleggio Associati. Che è peggio», spiega Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia.
A dicembre – dopo l’articolo de Linkiesta – Mulè presentò un’interrogazione sul caso, appoggiata poi da vari esponenti di Italia Viva e Pd. La notizia del ringraziamento a Casaleggio per il «contributo all’elaborazione» del piano suscitò non poche polemiche nella maggioranza, e alla fine il governo preferì rimandarne l’approvazione. Il piano poi è stato ripresentato a inizio febbraio in forma di emendamento al decreto Milleproroghe e di nuovo stralciato per l’opposizione di Pd e Italia Viva. Che chiedono ora un «approfondimento».
Ma nell’ora e mezza di audizione davanti alla Commissione, i deputati di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono tornati sulla questione, chiedendo maggiore trasparenza alla ministra. Anche perché, ha fatto notare Mulè, nel «bilancio e programma della Casaleggio Associati di dicembre 2018, leggiamo che la società punta a un ulteriore incremento dell’attività di consulenza, con un focus sulle cosiddette smart company». Cioè, «l’azienda diretta da Davide Casaleggio, di cui lei si è servita come consulente, punta a incrementare il proprio business esattamente in quel campo disciplinato dal codice Pisano», ha detto il deputato di Fi rivolgendosi alla ministra.
Pisano ha spiegato che, per elaborare il piano, il suo dipartimento si è confrontato «con 18 esperti con i quali abbiamo avuto un’ora di colloquio e dibattito sulla strategia che avevamo impostato». Specificando che «era una delle prime volte che incontravo Casaleggio». E poiché, «anche noi avevamo un approccio partecipativo sulla strategia, ritenevamo giusto sentire il suo feedback». Il rapporto «tra me e Casaleggio è stato un rapporto di un’ora di conversazione», ha puntualizzato. «C’è la possibilità di andare ad analizzare qualunque tipologia di documentazione all’interno del mio dipartimento, per cui noi siamo trasparenti. È tutto digitalizzato e tracciato, vi invito a procedere nel caso abbiate ulteriori dubbi dopo la mia dichiarazione».
Ma di documenti sugli incontri e le date degli incontri che la ministra ha tenuto con gli esperti che hanno collaborato al piano, sul sito del dipartimento per l’Innovazione non se ne trovano. «Mi riferivo ai nomi indicati in fondo al report tra i ringraziamenti», ha spiegato poi Pisano. Che ha specificato che «non c’è stata nessuna consulenza da parte di Casaleggio, se non una conversazione di un’ora tra me, il dipartimento e Casaleggio, così come c’è stata una conversazione di un’ora con tutti gli altri esperti». Una versione diversa, fanno notare però dall’opposizione, da quella che lo stesso Casaleggio aveva dato, spiegando di aver «messo a disposizione gratuitamente tutti gli studi che ho pubblicato in questi anni e spero siano serviti nell’elaborazione della strategia».
«Io il braccio di Casaleggio per esportare Rousseau? Mamma mia, così potente…», aveva esordito la Pisano appena nominata ministro. La domanda, a fronte delle dichiarazioni in Commissione, ora «è se Casaleggio abbia fornito questi studi come Casaleggio Associati o come Rousseau», spiega Mulè.
Silenzio da parte degli esponenti di maggioranza, alleati di governo dei Cinque Stelle. Le domande sui rapporti tra la ministra e Davide Casaleggio in Commissione sono arrivate solo dai deputati dell’opposizione. «Non mi fermo ai ringraziamenti in calce, perché ci sono diversi ringraziamenti a persone esperte che sanno di che cosa parlano», ha sorvolato la deputata Pd Enza Bruno Bossio.
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