Come se al processo di Norimberga i criminali nazisti fossero stati difesi perché, poverini, la loro detenzione non era assimilabile a quella di un hotel a 5 stelle. Un colossale vaffa a questa corte e ai suoi mandanti alcolizzati
Mentre ogni 15 giorni i deputati europei se magnano il foie gras a Strasburgo grazie a una trasferta milionaria da Bruxelles (pagata da noi), la cosiddetta Corte per i diritti umani lì residente, strapagata e parassita, ci bastona in parallelo con il Panto-bevitore Juncker (nel senso che beve di tutto), e a difesa dei peggiori criminali mafiosi. Faranno schifo, sì o no?
L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per la decisione di rinnovare l’applicazione del regime speciale di detenzione del 41bis a Bernardo Provenzano, dal 23 marzo 2016 fino alla sua morte, il 13 luglio dello stesso anno. La Corte invece non ha individuato nessuna violazione sulle condizioni di detenzione. Provenzano, relativamente all’articolo 3 della Convenzione, si era lamentato delle cure mediche inadeguate in prigione e della continuazione dello speciale regime di detenzione, a dispetto delle sue condizioni di salute. Il 1 aprile 2016 il regime di carcere duro era stato prorogato dall’allora ministro della Giustizia Andrea Orlando, le procure che si erano occupate del boss di Corleone invece avevano dato parere favorevole. Pochi mesi prima il 24 settembre 2015 la Cassazione aveva bocciato il ricorso del boss.
Fonte: ilfattoquotidiano.it