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La trattativa Pd-Casaleggio sulle nomine alle Authority

 

Nelle stesse ore in cui Davide Casaleggio entra, inseguito dalle polemiche, al Palazzo di vetro dell’Onu, il vertice del Movimento deve decidere e contrattare con il Pd due importanti nomine, quelle di due uffici di garanzia, Privacy e Telecomunicazioni. Ora, se il conflitto di interessi di Casaleggio sta lentamente venendo allo scoperto, è necessario illuminare chi sono i suoi candidati alle Authority.

L’accoppiata vincente, come viene chiamata all’interno del Movimento, è quella che vede in pole per il Garante della Privacy Oreste Pollicino e Marco Bellezza per Agcom. Due avvocati, assai noti nell’ambiente di chi si occupa di nuovi diritti e tecnologie, entrambi con un passato nello studio Portolano Cavallo, dove hanno assistito il colosso Facebook. Bellezza è stato anche consigliere giuridico di Di Maio al Ministero dello sviluppo economico.
Al momento gli uffici dei garanti sono in proroga, ma che la questione sia importante nei nuovi equilibri politici è chiaro da una mossa del governo che si è detto pronto a un’ulteriore proroga fino a dicembre.

La trattativa con il Pd è molto serrata. Al Nazareno hanno ben chiaro che la cessione del Garante della Privacy al Movimento di Casaleggio rischia di essere un harakiri incomprensibile, e che si aprirebbe una polemica senza fine sulle garanzie (reali o supposte) che il partito avrebbe dato all’imprenditore milanese. Ecco quindi l’accordo di cui si discute in queste ore: al Pd, in riparazione, andrebbe l’Agcom, con Antonello Giacomelli, parlamentare e già sottosegretario con delega alle telecomunicazioni, molto vicino sia a Luca Lotti sia a Dario Franceschini.

Al Movimento, invece, toccherebbe il Garante della Privacy. A quel punto si aprirebbe una partita interna ai cinque stelle con Guido Scorza prima scelta di Davide Casaleggio – che dalla privacy ha ricevuto una pesantissima multa e rilievi assai critici – con Oreste Pollicino candidato di Luigi Di Maio e con Bellezza a fargli da sponsor. Casaleggiani contro Dimaiani quindi, per i fanatici dello sport di Palazzo del “chi sta con chi”.

C’è una costante dei tre candidati in quota cinque stelle. Scorza, per esempio, dopo un passato da renziano, è un assiduo frequentatore degli incontri targati Rousseau e ha sostenuto la campagna del Movimento contro la norma europea sul copyright osteggiata con spiegamento di mezzi da Google il cui country manager Fabio Vaccarono è stato ospite della prima edizione di Sum, il convegno lobbistico-politico che il Dominus dei cinque stelle organizza ogni anno.
Anche gli altri due candidati hanno buoni rapporti con un altro gigante del web, Facebook. Pollicino ha smentito quando è saltata fuori la vicenda: «Tale coinvolgimento ha avuto luogo nel 2013… La causa verteva sui temi di proprietà intellettuale e di concorrenza sleale, materie che non hanno nulla a che fare con la tutela dei dati». In realtà quella causa si è chiusa nel 2018 con una sentenza di Appello nella quale figurava nel collegio difensivo insieme con Bellezza.
Anche Bellezza, fino al gennaio 2019, ha difeso in alcune cause giudiziarie il colosso americano. Al momento della nomina come consigliere giuridico di Di Maio al Mise ha lasciato lo studio Portolano, ma non la difesa dell’azienda di Menlo Park.

Di certo un cliente non ideale per chi è chiamato a tutelare la riservatezza dei cittadini nell’era dei dati sensibili (Garante Privacy) e il pluralismo e le libertà fondamentali nel settore delle telecomunicazioni, dell’editoria, dei mezzi di comunicazione di massa e delle poste (Agcom).
Il motivo è semplice: entrambi gli uffici non solo avranno a che fare con Facebook ma intercettano in pieno gli interessi del padrone del Movimento, cioè del partito che ha scelto Pollicino e Bellezza come “accoppiata vincente”.

Bellezza peraltro ha un altro non indifferente punto di attrito tra il suo attuale incarico e la pregressa attività di legale di Facebook. Al momento l’avvocato è tra i coordinatori della Eu Blockchain Partnership, un’iniziativa in seno all’Unione Europea che punta a favorire la collaborazione tra gli stati membri per lo scambio di esperienze e di expertise su questa nuova tecnologia ancora di non chiara applicazione. Il comitato europeo di cui Bellezza è tra i principali animatori si occuperà tra le altre cose anche dell’esordio sul mercato di Lybra, la moneta virtuale del suo ultimo cliente, Facebook.

Intrecci che in Italia devono ancora emergere con chiarezza. La blockchain è uno dei core-business della Casaleggio Associati: un suo report sul tema ha visto tra i finanziatori un ente pubblico come Poste Italiane e anche la Consulcesi, un’azienda privata che si occupa di sanità e nuove tecnologie. L’intuizione di Casaleggio sulla blockchain è diventata materia di governo: il Mise con Luigi Di Maio ha finanziato un fondo di studio da 15 milioni di euro. Nelle stesse ore, era il novembre 2018, lo stesso Casaleggio spiegava che la sua azienda si sarebbe occupata di fare da supporto alle aziende che volevano investire nella blockchain. Una sinergia perfetta. Il padrone del Movimento sceglie i campi di sviluppo nel suo ufficio di imprenditore, il suo braccio politico stanzia fondi pubblici e le aziende corrono a chiedere consulenze per entrare dalla porta principale nell’area di governo. All’Onu forse questo non lo sanno. Ma l’accoppiata Pollicino-Bellezza, candidati di Luigi Di Maio alle due Authority più delicate, ne è perfettamente a conoscenza.

 

 

 

 

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