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La vittoria all’enalotto e la grottesca fine della legge che aveva «abolito la povertà»

 

Bollette con lo sconto, bonus vacanze, redditi a sbafo, così come biciclette, monopattini e pedalò, e poi tasse sospese, borsellini virtuali, accrediti automatici, babysitter e badanti di cittadinanza, redditi di emergenza, 500 euro di qua e 1000 euro di là, oltre alla solita vagonata di miliardi all’Alitalia, insomma sembra che gli italiani abbiano vinto all’enalotto invece che essere stati colpiti dalla più grave crisi della storia repubblicana. 

Il governo ha scelto la strada della distribuzione dei soldi a pioggia per tamponare l’emergenza da Covid-19, una pioggia intermittente come la connessione al sito Inps, e non è detto che sia una scelta sbagliata viste le difficoltà in cui si trovano molte famiglie italiane, ma viene il dubbio che tra un paio di mesi questo favoloso e ulteriore indebitamento dei conti pubblici, che prima o poi dovremo ripagare, possa esaurire il suo effetto psicotropo senza che però sia stata fatta nessuna riforma strutturale, senza che sia stata adottata nessuna misura duratura, senza che sia stata preparata nessuna strategia innovativa per la ripresa economica. 

Insomma, il rischio è che sia solo una continuazione della politica della pensione anticipata, del reddito di cittadinanza, della mancia universale che tanto successo ha riscosso negli ultimi anni nonostante sia notoriamente una baggianata epocale come dimostra perfettamente un surreale aspetto del “decreto rilancio” passato in secondo piano: come è noto, con il decreto dignità, Conte e Di Maio avevano «abolito la povertà», ma il governo Conte, con Di Maio in prima fila, al fine di alleviare le particolari sofferenze causate dal virus alla popolazione più povera, una fascia sociale evidentemente ancora presente nonostante gli strabilianti effetti del decreto dignità, ieri ha deciso di sospendere il decreto dignità.

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