«Sono molto meno pessimista rispetto a pochi mesi fa sulla reale volontà di raggiungere gli obiettivi per emissioni zero per il 2050». Parola di Laurence Tubiana, Ceo di European Climate Foundation e già rappresentante speciale per la Cop21 in questi giorni a Roma per incontri con le autorità di Governo e per un seminario sui cambiamenti climatici organizzato dall’Istituto Affari Internazionali.
Secondo la Tubiana «sta emergendo in Europa, specie nelle giovani generazioni, una maggiore consapevolezza sulle tematiche dell’ambiente come testimoniano gli scioperi guidati dalla svedese Greta Thunberg, con l’Italia tra i Paesi leader e oltre 400 mila presenze». Una sensibilità che, secondo l’ambasciatrice francese per i negoziati sul clima, «si sta allargando sempre di più anche ai partiti di centro destra come Forza Italia e Cdu tedesca molto attivi sul tema». Certo, molto resta ancora da fare in settori come la trasformazione elettrica dell’auto, le industrie dell’acciaio e della chimica ma «sento che qualcosa sta cambiando».
Le elezioni europee saranno per la Tubiana una vera cartina di tornasole per verificare la volontà dei Governo europei e della Commissione Ue di rispettare la tabella di marcia per raggiungere gli obiettivi del 2050. Obiettivi che comportano radicali trasformazioni di natura politica, economica e sociale su scala europea e globale, per ottenere benefici ambientali e rafforzare la crescita economica. Per rispondere all’emergenza climatica si chiede di limitare l’innalzamento globale della temperatura media entro un grado e mezzo come richiesto dalla comunità scientifica internazionale. Il che vuol dire per l’Europa abbattere completamente le sue emissioni tra il 2040 e il 2050. Questione di sicurezza fisica ma anche di equità poiché nel passato i Paesi industriali hanno inquinato molto di più dei Paesi in via di sviluppo, ed equità intergenerazionale come ricordano gli studenti che hanno risposto all’appello di Greta.
Tutti i ritardi europei e il ruolo di Greta
Nonostante la spinta di Greta i leader europei nell’ultimo Consiglio europeo di marzo non hanno preso alcuna decisione, rinviandola al prossimo Consiglio di giugno. Ma, aggiunge la Tubiana «puntiamo molto sul prossimo vertice Ue di Sibiu in Romania che dovrà discutere il futuro dell’Europa anche sul dossier dei cambiamenti climatici». La situazione tuttavia è ancora in grande evoluzione con la Germania allineata infatti alle posizioni più retrograde del gruppo di Visegrad e in particolare della Polonia. Uno slancio in avanti potrebbe venire dalla presidenza francese del G7 il cui vertice tra i capi di Stato e di Governo in calendario per fine agosto dovrebbe dedicare un capitolo ad hoc proprio ai cambiamenti climatici.
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Tubiana: fiduciosa sul ruolo dell’Italia per Cop26 nel 2020
Nell’ultimo Consiglio europeo anche l’Italia ha giocato al ribasso, tradendo la firma del ministro dell’Ambiente Sergio Costa a una lettera che chiede esplicitamente che l’Europa si impegni a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. Ma proprio oggi l’Aula della Camera ha approvato le mozioni per la promozione della candidatura dell’Italia quale Paese ospitante della Cop26 nel 2020. In base ai testi approvati, il Governo risulta impegnato, tra l’altro: «a promuovere, in sinergia con regioni e comuni, campagne di sensibilizzazione volte a rendere consapevoli i cittadini e, in particolar modo, gli studenti, sui rischi ambientali connessi al cambiamento climatico, anche promuovendo pratiche e accorgimenti essenziali al fine di salvaguardare l’ecosistema; ad attuare tutte le misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di riduzione di gas ad effetto serra; ad adottare iniziative per raggiungere l’obiettivo di una decarbonizzazione dell’economia attraverso la transizione dai combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili; a proseguire nel percorso di raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica in tutti settori». Decisioni che sono state molto apprezzate dalla Tubiana che si è detta “fiduciosa” sulla volontà del Governo giallo-verde di proseguire il lavoro di Parigi e insistere sul percorso per il 2050.
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