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Le fake news influenzano il processo democratico, chi lo nega diffonde fake news

Il governo inglese guidato da Boris Johnson ha deciso di non rendere pubblico il rapporto dei servizi di intelligence britannici sull’ingerenza russa nel referendum sulla Brexit del 2016. Dopo aver letto la notizia, mi è capitato di leggere su Twitter un articolo agostano del mio amato Foglio intitolato «La disinformatia online non sposta voti» che voleva dimostrare con tanti numerini allegati come le fake news non influenzino le opinioni politiche di chi le legge.

La prima notizia non si concilia con la tesi del Foglio, altrimenti Johnson avrebbe disposto la pronta pubblicazione e magari gli apparati di sicurezza del Regno Unito non avrebbero perso tempo dietro un falso allarme. Allo stesso modo, fosse vera la tesi dell’ininfluenza, non si spiegherebbero le opposte valutazioni delle agenzie di intelligence di tutto il mondo, i rapporti delle commissioni del Congresso di Washington, il caso Cambridge Analytica, le preoccupazioni europee, le denunce francesi e tedesche, gli imbarazzi di Facebook, la decisione di Twitter di non ospitare pubblicità politica e, tra l’altro, nemmeno il Russiagate. Perché tutta questa baraonda, se stiamo parlando di roba che non sposta nemmeno un voto?

La realtà è che si tratta di una fake news di moda negli ambienti sovranisti, pari a quella del gran complotto Obama-Renzi per fregare Trump via professor Mifsud della Link university, quest’ultimo peraltro ridicolizzato in primis proprio dal Foglio. L’aggiunta di tutti quei numerini volti a provare l’ininfluenza delle bugie orchestrate dai russi rende la tesi ancora più surreale, certo non più credibile, perché non tiene conto che il meccanismo principale intorno al quale si struttura l’attacco informatico ai processi democratici è il microtargeting. Ovvero, come abbiamo scritto ieri, la possibilità di aggredire profili dettagliatissimi di elettori con messaggi sartorialmente cuciti intorno a segmenti di votanti molto definiti e ritenuti particolarmente influenzabili, restando per giunta sotto traccia.

Valutare le campagne di disinformazione online come normali attività di propaganda dell’epoca precedente la rivoluzione digitale equivale a giudicare la penetrazione di un sito di informazione contando quante copie vende in edicola. Il modello di business dei social, lo ripetiamo ancora una volta, «somiglia alle gabbie da esperimenti per topi grazie alle quali gli scienziati sono in grado di anticipare le scelte delle cavie e di determinarle in base agli stimoli trasmessi. La gabbia è il meccanismo decisivo per la manipolazione dell’opinione pubblica a fini elettorali, perché consente di cucire le fake news intorno a un target specifico di elettori, chiusi dentro la gabbia del loro social network di riferimento, per stimolarli a comportarsi nel modo desiderato».

In ogni caso, le accertate campagne straniere di disinformazione, efficaci o no, sono comunque un attacco al sistema democratico di chi le subisce, un po’ come la corruzione che è reato anche solo tentarla, non importa se poi si concretizza. Ed è compito di chi difende la società aperta contrastarle, non minimizzare. Ma c’è un metodo molto più terra terra, perfettamente intuitivo, senza microtargeting, senza gabbia per esperimenti, senza numerini, per capire se le campagne di disinformazione politica online sono efficaci o meno, ed è il seguente: se, come dicono i sovranisti nostrani, diffondere fake news è assolutamente ininfluente, per quale motivo l’intelligence russa, i nazionalisti americani e Donald Trump dal 2016 a oggi, risultati alla mano, continuano a farlo? Perché Putin, Trump e le varie «bestie» e associati mobilitano le fabbriche dei troll, utilizzano i bot, aprono account falsi e costruiscono campagne pubblicitarie palesemente menzognere, lo fanno per divertimento? Non sanno come impiegare il tempo? Chissà, forse non hanno ancora letto le spiegazioni e i numerini degli sdrammatizzatori nostrani.

https://www.linkiesta.it/it/article/2019/11/13/trump-fake-news-sovranisti-mifsud-link-university/44338/

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