E’ in corso la riunione tra governo Regioni ed Enti locali sulle misure per contenere l’epidemia Covid: il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia ha convocato un vertice con Regioni, Anci e Upi. All’incontro partecipano anche il ministro dell’Università, Gaetano Manfredi e il commissario all’emergenza, Domenico Arcuri, il ministro della Salute, Roberto Speranza, la ministra della Scuola, Lucia Azzolina, la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, e il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli.
Alla riunione partecipano il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, dell’Upi Michele De Pascale, dell’Anci Antonio De Caro. Ci sono anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Presenti – sempre da remoto – anche numerosi assessori. I ministri presenti sono Boccia, Azzolina, Manfredi, De Micheli e Speranza.
“La scuola in presenza è fondamentale per tutti, dai più piccoli all’ultimo anno del secondo grado”. Questa, a quanto si apprende, la posizione ribadita dalla Ministra Lucia Azzolina nel corso dell’incontro. Per le superiori una parte di didattica digitale “è già presente”, ha ricordato la ministra. Sulla differenziazione degli orari le Regioni chiedono al Governo di organizzare eventuali adattamenti per le scuole di secondo grado. Passa dunque – a quanto si apprende – la linea del Ministero dell’Istruzione: nessuna misura generalizzata, ma interventi mirati, territorio per territorio, e d’intesa con dirigenti scolastici e famiglie. La Ministra ha poi chiesto che per risolvere le criticità dei trasporti “non si guardi solo a Scuola e Università. La scuola ha “già contribuito a decongestionare i trasporti. Ora si agisca anche su altri settori”, dice la ministra.
“Nessuna decisione è stata presa ancora in merito alla chiusura di palestre e piscine”. Fonti del ministero dello sport intervengono, sottolineando all’ANSA, “come il settore abbia affrontato ingenti spese per adeguare i propri spazi ai protocolli di sicurezza, e che nessuna evidenza scientifica denuncia focolai in relazione all’allenamento individuale nei luoghi controllati”.
Il vertice notturno non scioglie i nodi, si tratta dai bar alle palestre
Orari scaglionati per la scuola; palestre chiuse; stop a bar e pub dalle 21, ai ristoranti dalle 23 o 24. Non basta un confronto lungo oltre tre ore del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza e i ministri Roberto Gualtieri e Francesco Boccia, per definire le misure anti contagio da Covid che entreranno nel nuovo dpcm. Serviranno un altro confronto con le Regioni e i Comuni e una discussione finale nel governo, prima che Conte – probabilmente nella serata di oggi – annunci al Paese la nuova stretta.
Al termine di una discussione che fonti di maggioranza definiscono “assai tesa”, manca una sintesi ancora su diversi aspetti, per i quali decisivo sarà il confronto con gli enti locali: dallo stop a fiere e congressi, all’ipotesi di vietare di consumare alcolici in piedi fuori dai locali dalle 18. La nuova stretta dovrebbe puntare, come suggerito anche dal Cts, sullo smart working e sullo scaglionamento degli orari delle scuole superiori, con l’ipotesi di ingresso alle 11 e una quota di didattica a distanza per alleggerire i trasporti (ma non si esclude neanche una riduzione della capienza massima degli autobus).
Dovrebbe esserci anche lo stop agli sport di contatto dilettantistici e – ma ancora non c’è certezza – la chiusura di palestre e piscine. Si punta inoltre su una spinta al tracciamento dei contagi, sollecitata dagli esperti. Continua a dividere il pacchetto delle misure anti movida e una possibile forma di “coprifuoco”.
Al termine del vertice serale a Palazzo Chigi il punto di caduta sembra essere la chiusura di bar e pub alle 21, ristoranti alle 24, per non pesare su un settore già in grande sofferenza. Ma dal governo invitano alla cautela nelle indiscrezioni: c’è chi continua a spingere per misure ancora più dure, soprattutto nel weekend. E chi, come Italia viva, è contro le nuove chiusure e tiene alta la guardia: nonostante la smentita di diverse fonti di governo, i renziani non escludono che fino all’ultimo possa tornare sul tavolo l’ipotesi – da loro osteggiata – di uno stop a parrucchieri e centri estetici.
Fonte Ansa.it