Nella sera del 14 novembre apre ufficialmente la campagna elettorale della Lega per le regionali in Emilia Romagna del 26 gennaio
di Raffaella Calandra
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Fuori, i blindati della Polizia. Dentro, dagli altoparlanti la voce dei Ricchi e poveri, che cantano «Sarà perché ti amo». «Perché da qui parte l’impresa che fino ad ora sembrava impossibile», annuncia lo speaker della convention. E ogni volta che Matteo Salvini passa, tra gli spalti del PalaDozza, partono gli applausi.
Sfida di piazze e numeri
Sfida di piazze per Bologna, nella sera del 14 novembre che apre ufficialmente la campagna elettorale della Lega per le regionali in Emilia Romagna, il 26 gennaio. Sfida di numeri, tra i sostenitori del Carroccio, arrivati già ore prima, davanti al palazzetto, che vide congressi del Partito Comunista e discorsi di Enrico Berlinguer; e a poche centinaia di metri, le diverse piazze, contrarie al leader della Lega.
Antagonisti e centri sociali, in corteo, provano ad avvicinarsi all’area della convention leghista, chiusa molte ore prima al transito. Mostrano cartelli con rimandi al Russiagate, «contro il ritorno di ogni fascismo» e «a difesa dei diritti dei migranti», ripetono. «Siamo tutti antifascisti», scandiscono in coro i duemila, soprattutto giovani, mentre da piazza San Francesco attraverso via del Pratello provano ad avvicinarsi in via Riva Reno e al Palazzetto. Tra i cori, qualcuno invoca piazzale Loreto.
Idranti contro il corteo dei centri sociali
Tra i portici, con i fumogeni, si solleva una nuvola rossa, mentre gli agenti in assetto antisommossa allontanano, anche con gli idranti, gruppi di manifestanti che provano a forzare il blocco. Petardi e palloncini con la vernice vengono lanciati contro le divise. Il blocco intorno al PalaDozza fa rallentare anche l’ingresso delle comitive di sostenitori leghisti, arrivati a Bologna in pullman.
Tra la folla, oltre a tanti con un chiaro accento emiliano-romagnolo, c’è anche chi è partito da Milano, «perché seguo Salvini sempre», ci dice Antonio; chi racconta di essersi mosso da Bergamo, «perché questo voto deve essere – spiega Giovanni – un messaggio al Governo nazionale». Tra i bolognesi, qualcuno ammette di «aver sempre votato centrodestra»; una signora spiega di «non votare da tempo, ma ora sono incuriosita da Salvini». E una giovane donna sussurra: «Votavo Partito democratico, ma ora la sinistra è finita».
Un’intera famiglia ripete invece di essere stata richiamata al Paladozza, dal «tradimento del Movimento5Stelle, che diceva che non avrebbe mai fatto alleanze col Pd».
Salvini: «Esecutivo nemico degli italiani»
Lo speaker della convention scalda la platea, evocando i nomi dei protagonisti della serata, la candidata alle regionali, Lucia Borgonzoni, ma dagli spalti i cori sono tutti per «Matteo, Matteo». L’attesa si trasforma in un concerto, con un’ola tra gli spalti, quando parte «Romagna mia». Matteo Salvini ha chiesto il tutto esaurito, per questa serata che apre la corsa alla «conquista dell’Emilia Romagna», come recitano i manifesti. E dare la spallata al Governo giallo-rosso.
Presenti i cinque governatori leghisti, compreso il Veneto Luca Zaia, che sta fronteggiando l’emergenza Venezia. Tra i presenti, anche un sacerdote, don Luca Pazzaglia, parroco di Frassinoro.
«L’obiettivo è restituire la speranza a tutti gli emiliano-romagnoli e tornare al Governo», annuncia il leader della Lega, che- in brevi dichiarazioni, prima dell’inizio della convention- si scaglia contro l’Esecutivo, «nemico degli italiani, che fa scappare le imprese».
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