Come se uno dicesse che in famiglia, visto che mantiene tutti, lo amano pazzamente e non possono fare a meno di lui. Provi ad andare nei bar, sugli autobus, in mezzo ai correntisti di Banca Etruria, e forse tornerà alla realtà
La psichiatria moderna ha eliminato tutti i vecchi luoghi comuni e le discriminazioni legate al concetto di “pazzia”: spesso, nei secoli, uno strumento del potere per eliminare il dissenso e le persone scomode. C’è solo una definizione di pazzia universalmente e incontestabilmente valida: il vero pazzo è colui che nega la propria realtà. Ovvero: chi nega di essere se stesso come risulta dall’anagrafe e dall’evidenza, e pensa di essere Napoleone, Giulio Cesare, Alessandro Magno ecc., è indubitabilmente pazzo. Giudicate voi se non è questo il caso (senza nemmeno ricorrere, per dimostrarlo, alle “tranvate” elettorali delle ultime elezioni).
Da huffingtonpost.it
“Il clima nei miei confronti è come quello nel 2012…”. Matteo Renzi è compiaciuto e anche un po’ imbarazzato dai tripudi di folla che continua collezionare alle feste dell’Unità. La scorsa settimana a Ravenna, domenica a Firenze, ieri sera a Milano. Divertito e carico, ma non sa che farne di tutta questa energia. Almeno per ora. “Non mi candido alla segreteria”, continua a ripetere ai suoi, anche oggi dopo lo speech al convegno organizzato a Milano da Algebris, il fondo finanziario che fa capo all’amico Davide Serra e che ha messo su al proprio interno un forum non-profit di cui fa parte lo stesso Renzi come adviser e l’ex vicepremier anglosassone, il liberale Nick Clegg, come chairman.
In attesa del congresso Pd (“Mi arrabbio quando dicono che lo voglio ritardare!”, si sfoga Renzi), i renziani hanno organizzato una due giorni di riflessione di area a Salsomaggiore il 21 e 22 settembre. Riunione di corrente, a porte chiuse, anche se Renzi dice che non sa se ci andrà: punta di certo alla Leopolda dal 19 al 21 ottobre.
Dopo la pausa estiva, dopo aver girato in stile ‘novello Piero Angela’ il documentario sulle bellezze artistiche di Firenze con la ‘Arcobaleno tre’ di Lucio Presta, l’ex segretario Pd è più attivo che mai. C’è il contributo al forum non-profit di Algebris (non pagato, tranne che per gli speech), forum che si occupa di produrre studi sull’euro, l’Ue, l’economia globale. Per esempio, quello su cui si è discusso oggi a Milano tratta dei benefici dell’euro per gli Stati che fanno parte dell’eurozona. “Benefici”, insiste Renzi che oggi all’incontro milanese a porte chiuse non si è detto preoccupato per la manovra economica del governo Lega-M5s, “prevarrà la linea Tria”, cioè la cautela sui conti pubblici. “Piuttosto mi preoccupa la mentalità anti-lavoro di Di Maio – è la sua argomentazione – dal decreto dignità, alla storia delle domeniche con i negozi chiusi, al reddito di cittadinanza, la linea no Tav…”. Presente al convegno di Milano anche l’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni, al centro delle cronache l’anno scorso per un colloquio con l’allora ministro Maria Elena Boschi su Banca Etruria. “Al netto di alcune ricostruzioni fantasiose fatte da tante persone – dice Renzi rispondendo ai giornalisti – il dottor Ghizzoni ha ricevuto un sostegno molto importante dal governo Renzi nella parte finale di quella che era l’operazione di Unicredit e dell’aumento di capitale delle banche venete”.
Ma le analisi al fianco del finanziere Serra e del liberale Clegg sono solo una parte della ‘nuova’ vita di Renzi da senatore. L’ex segretario è più che attivo nella vita di partito. “Mi arrabbio quando dicono che voglio ritardare il congresso”, insiste. “Il congresso si farà quando lo decideranno e allora ci saranno pure i candidati”. Chi sarà il candidato renziano? Renzi schiva: “Non io”. Anche se i successi accumulati nelle feste dell’Unità lo portano a interrogarsi. “Se c’è uno che continua ad avere consenso nel Pd sono io e non lo vogliono capire…”, riflette pensando ai dirigenti (da Dario Franceschini in giù) che stanno costruendo la candidatura del governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
Ma a questo rebus per ora non c’è soluzione. I suoi sono consapevoli del fatto che l’area non ha alternative: chi acclama Renzi, vuole Renzi, non altri renziani. Lui non ha intenzione di annunciare ritorni e rilanci, mentre continua a collezionare test di gradimento e tutti vanno a buon fine. Tanto che gli vengono in mente paragoni con il 2012, l’epoca della sua scalata al vertice del Pd allora guidato da Pierluigi Bersani. Altri tempi, altra storia. Questa ‘nuova’ è appena iniziata. Ed è tutta da costruire.
Il 21 e il 22 settembre i parlamentari renziani si vedranno a Salsomaggiore per una riunione organizzativa a porte chiuse. Renzi non sa se ci andrà. Dal 19 al 21 ottobre, edizione 2018 della Leopolda a Firenze, l’ormai tradizionale appuntamento annuale del renzismo. Per allora, sperano nell’area, qualche nodo si sarà sciolto e si potrà sperare nel rilancio.
Sotto: da italianosveglia.com