In Aula alla Camera il Ddl con le nuove regole. Il Carroccio vuole l’addio ai 130 Km quando c’è l’asfalto drenante e il monitoraggio dei tutor
di Mariolina Sesto
Codice della strada, le 5 grandi novità in arrivo
3′ di lettura
Autostrade a tre corsie, con asfalto drenante e con tutor. Qui – per la Lega – è possibile innalzare il limite massimo di velocità dai 130 ai 150 chilometri orari. La proposta è contenuta in un emendamento che è stato presentato al Ddl di riforma del codice della strada in Aula alla Camera.
L’emendamento leghista
L’emendamento presentato da Alessandro Morelli innalza il limite di velocità a 150 chilometri orari solo in alcune autostrade. Quelle che hanno tre precisi requisiti: fondo stradale dotato di asfalto drenante, tre corsie per senso di marcia e tutor per il controllo della velocità. «Si tratta di un obiettivo prima di tutto culturale – dice Morelli -, in un periodo in cui sembra essere in atto una guerra nei confronti dell’automobilista, noi diciamo che oggi l’avanzamento tecnologico sia delle autostrade che degli autoveicoli consente di aumentare il limite di velocità».
Infrastrutture adeguate
Secondo il deputato leghista autore della modifica al codice della strada «i 130 chilometri orari erano pensati per la Ritmo o per l’A12 , per le auto di oggi risulta anacronistico». E a chi dice che aumentando il limite di velocità si inquina di più? «Innalzare il limite di velocità – incalza Morelli – non vuol dire imporre i 150 Km all’ora, chi è contrario è libero di fermarsi a 130….».
L’impatto economico
«Innalzare il limite di velocità da 130 a 150 chilometri orari ha anche un positivo impatto economico – sottolinea Morelli -: tra Milano e Rimini ad esempio, si risparmierebbero 20 minuti. Se consideriamo andata e ritorno sono 40. Per un rappresentante di un’azienda può significare fatturare di più o semplicemente tornare prima dai figli la sera…Non bisogna dimenticare che la mobilità fa parte dell’economia».
Il rischio incidenti
Anche questo è un aspetto studiato dai legislatori leghisti. «Negli ultimi anni – ammette Morelli – la discesa della curva dell’incidentalità si è interrotta. Ma la causa è nella maggior parte dei casi la disattenzione dovuta ad esempio all’uso degli smartphone. E poi non dimentichiamo che la stragrande maggioranza degli incidenti avviene sulle statali, non sulle autostrade».
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