Lobby, lobbisti e “rappresentati di interessi”. Sta per iniziare la discussione alla Camera la proposta di legge del M5S per rendere più trasparente il rapporto tra le istituzioni e queste categorie. La bozza del testo, primo firmatario il deputato Francesco Silvestri. prevede l’obbligo di iscrizione in un registro pubblico, l’istituzione di un Comitato di sorveglianza, un’agenda pubblica degli incontri e un codice deontologico. Nel testo ci saranno anche sanzioni fino a 250mila euro per chi fornisce informazioni false. Il testo in sostanza rende più severe ed estende le norme adottate nel 2017 dalla Camera dei deputati con un proprio regolamento.
Regole per governo, parlamento e enti locali
I nuovi adempimenti varranno non solo per parlamento e governo, e i vertici degli enti pubblici statali, ma anche per le regioni, le province, le città metropolitane e i Comuni. Anche se, spiega il deputato Francesco Silvestri «stiamo ragionando se esentare i comuni più piccoli, per evitare inutili appesantimenti burocratici». Tra i «rappresentati di interessi» esclusi dai vincoli ci saranno giornalisti, partiti e movimento politici.
Obbligo di registro pubblico
Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, presso la presidenza della Camera, andrà istituito il registro per la trasparenza dell’attività di relazione per la rappresentanza degli interessi particolari. Il registro dovrà contenere le informazioni sintetiche sugli argomenti trattati nel corso degli incontri con le istituzioni. Quando le istituzioni decideranno l’avvio di un atto normativo dovranno aprire una «procedura di consultazione». A tale procedura potranno accedere gli iscritti al registro.
Il codice deontologico
Prevista anche la stesura di un codice deontologico a cui tutti i lobbisti dovranno attenersi. «Stiamo ancora ragionando su chi dovrà scrivere il testo e quali saranno le sue linee guida», ha spiegato Silvestri. Ma i rappresentanti di interessi avranno anche l’obbligo di scrivere a inizio di ogni anno una relazione sintetica sull’attività svolta nell’anno precedente.
Il Comitato di Sorveglianza
Il compito di verificare gli adempimenti spetterà a un Comitato di Sorveglianza, composto da tre componenti eletti tra i membri del Consiglio superiore della magistratura, tra i membri della Corte Costituzionale e tra gli avvocati con più di venti anni di esperienza.
Esclusi coloro che hanno subito condanne
Non potranno fare i lobbisti i parlamentari, i membri del governo, dei consigli regionali, comunali e provinciali. Saranno esclusi anche i dirigenti di partito, i giornalisti parlamentari e coloro che hanno subito condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione.
Sanzioni fino a 250mila euro
Il mancato rispetto delle regole per la procedura di consultazione porterà a sanzioni da parte del Comitato di Sorveglianza. Si va dalla censura, alla sospensione, fino alla cancellazione dal registro. La falsità delle informazioni fornite o la mancata ottemperanza alla richiesta di completare le informazioni sono punite con una sanzione pecuniaria da 50.000 a 250.000 euro. «Sull’entità delle sanzioni – spiega Silvestri – ancora non siamo giunti a una valutazione definitiva. Potrebbero cambiare in base a quanto previsto nella stesura definitiva della proposta di legge».
In commissione dopo le Europee
La proposta di legge dovrebbe assumere la versione definitiva nei prossimi 2-3 giorni, per poi essere incardinata in commissione Affari costituzionali della Camera dopo le Europee. Il testo dovrebbe procedere in parallelo con la proposta di legge Macina, che regola il conflitto di interessi per le cariche di governo. «La regolamentazione delle lobby è nel contratto di governo con la Lega – conclude Silvestri –. Quindi contiamo di ottenere l’appoggio del Carroccio. Ma la speranza è che sulla proposta convergano tutti i partiti»
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