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Manovra, M5S attacca Conte: taglio al cuneo senza senso se pesa sulle partite Iva

maggioranza divisa

Nel mirino del Blog delle Stelle anche i problemi di copertura della manovra, con la proposta di aumentare il gettito che arriva dai concessionari autostradali «che ogni anno ci alzano le tariffe dei caselli»

18 ottobre 2019


Di Maio: carcere a evasori in dl fiscale, per noi imprescindibile

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«Se dovessero mancare delle risorse» per la manovra «visto che per noi non si possono recuperare alzando le tasse alle partite Iva, siamo pronti a metterci al tavolo e proporre nuove coperture, come ad esempio un maggior gettito dai concessionari autostradali che ogni anno ci alzano le tariffe dei caselli, magari senza nemmeno fare la manutenzione adeguata». È l’ultimo, durissimo affondo del Movimento 5 Stelle, che in un post sulla legge di bilancio pubblicato sul Blog delle Stelle sembra schierarsi all’opposizione del premier Giuseppe Conte soffiando sul fuoco delle polemiche interne alla maggioranza M5S-Pd-Italia viva.

I toni sono tutt’altro che concilianti. «Senza il voto del M5s – si legge nel post – non si va da nessuna parte. Questo è quello che hanno chiesto i cittadini nel 2018 e noi non tradiremo mai la parola data agli italiani». E sul cuneo fiscale, uno dei temi controversi della manovra in cantiere, il M5S torna ad alzare il tiro evidenziando ancora una volta le diversità di vedute con gli alleati e con il premier in particolare. «Noi siamo d’accordissimo ad abbassare il cuneo fiscale – spiega il post – ma che senso ha farlo, dando 40 o 50 euro in più al mese in busta paga ai lavoratori dipendenti, se poi i soldi li andiamo a prendere dalle partite Iva che si spezzano la schiena giorno e notte, senza una garanzia dallo Stato, senza un giorno di malattia assicurato, senza un sistema di welfare che li sorregge?».

La mancata intesa, assicura il blog ufficiale del Movimento, riguarda anche le misure per contrastare l’evasione fiscale. «Dal tetto al contante alla multa sul Pos, saremmo d’accordo se queste rappresentassero delle vere misure anti-evasione. Ma queste misure non solo non fanno recuperare risorse, addirittura rischiano mettere nel mirino commercianti, professionisti e imprenditori. Un segnale culturale devastante, se a maggior ragione nel Governo stiamo ancora cercando l’intesa sul carcere e la confisca per i grandi evasori, cioè per coloro che evadono più di 100.000 euro».

«Non si può pensare di obbligare il titolare di una piccola attività familiare ad avere il Pos se le commissioni delle banche restano altissime», prosegue il post. Il limite al contante «non ci vede contrari», ma «bisogna mettere in condizione tutti di poter usare una carta di credito», aggiunge la voce sui social del Movimento, ma «bisogna colpire i pesci grossi». Attriti e diversità di vedute troppo evidenti per essere scambiati per semplice confronto interno alla maggioranza. «Consegnate le opportune rassicurazioni all’Europa», ragiona il post, «adesso riteniamo opportuna la convocazione di un vertice di maggioranza per lavorare alle intese che ancora non ci sono». Quasi un ultimatum per il premier.

GUARDA IL VIDEO: Confisca dei beni per gli evasori, come contro la mafia

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