I numeri nelle commissioni finanze-bilancio non tranquillizzano il governo in vista dell’avvio della sessione di bilancio che dovrà portare entro dicembre all’ok della manovra 2020.
di Andrea Gagliardi e Andrea Marini
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La sessione di bilancio si annuncia un percorso a ostacoli. I numeri nelle commissioni finanze-bilancio non tranquillizzano il governo in vista dell’avvio della sessione di bilancio che dovrà portare entro dicembre all’ok della manovra 2020. Con i renziani in alcuni casi ago della bilancia.
Prima di tutto la Lega mantiene la presidenza delle 11 commissioni assegnatele a inizio legislatura. Il leghista Claudio Borghi sta già facendo i preparativi in vista dell’approdo della manovra alla Camera. Sarà lui, da presidente della commissione Bilancio, a dirigere i lavori, il calendario, i tempi della discussione oltre ad avere un ruolo decisivo sull’ammissibilità degli emendamenti. Così come al Senato Alberto Bagnai presiede la Finanze, altra commissione strategica.
Nelle commissioni sarà importante il ruolo giocato dai renziani, che promettono battaglia su quota 100, contante e microtasse. Nella commissione bilancio del Senato guidata dal M5s Daniele Pesco, i due renziani di Italia viva possono essere decisivi. Su 26 componenti, infatti, 15 ne conta la maggioranza e 11 l’opposizione. Se i renziani si schierassero con quest’ultima si andrebbe in parità. Situazione solo un po’ più tranquilla in commissione Finanze a palazzo Madama, dove Iv ha un solo rappresentante e la maggioranza conta su 12 senatori contro gli 8 dell’opposizione.
I margini di manovra per la maggioranza sono invece più ampi alla Camera da un punto di vista numerico. In commissione bilancio, su 47 membri, le forze che appoggiano il governo giallorosso hanno 27 rappresentanti. Mentre in commissione Finanze contano su 24 senatori su un totale di 42. Con due rappresentanti di Italia viva in entrambe.
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