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Marco Minniti: “L’alternativa a Salvini? È il governo dei flussi, non l’accoglienza illimitata”

 

La battaglia è tra l’accogliamoli tutti e non accogliamo nessuno. Senza zone grigie. Se non per quell’approccio inedito proposto ai tempi dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, oggi accusato di aver “esasperato” il tema migrazioni proprio da chi aveva modo di dettare quella stessa linea d’azione. Ma Minniti schiva la pallottola Matteo Renzi, concentrandosi sui temi che tanto animano il nostro Paese: quello della sicurezza e della libertà. «Il problema dei 42 migranti, un Paese normale, lo risolve in 5 minuti. Naturalmente il nodo qual è: azioni simili hanno come fine quello di far passare ai cittadini una situazione difficile, dove c’è bisogno di difendersi dall’altro e dagli altri. Questo non è il modo per governare, ma per capitalizzare al massimo sul terreno del consenso».

Il pugno duro impiegato con le Ong apre l’ennesimo capitolo della gestione dei migranti in Italia, ormai appannaggio della destra. La soluzione? «La sinistra deve capire una cosa semplicissima: l’inaccettabilità della sfida nazionalpolpulista deve essere combattuta non con l’accoglienza illimitata ma con il governo dei flussi migratori. Tutta la sinistra europea si sta misurando con questa sfida, credo non ci siano alternative che combatterli tenendo insieme sicurezza, umanità e libertà».

In molti hanno giudicato la sua linea di azione propedeutica a quella attuale di Salvini. È davvero così?
Non c’è nulla di più distante tra le due linee politiche. Per una ragione semplicissima, Salvini, come si è visto in maniera evidente, intende cavalcare il tema dell’immigrazione per ottenere il “massimo di fattura” possibile in termini di consenso. La linea che abbiamo messo in campo noi, invece, aveva un altro tipo di fine, molto connesso alle prospettive di una democrazia: cioè la sfida del governo ai grandi flussi migratori. Non ci può esser distanza più radicale, tra un’impostazione nazionalpopulista e una democratica. Anche dalle vicende degli ultimi giorni, è possibile capire come l’impostazione nazionalpopulista si fonda su un principio: quello del “è possibile cancellare l’immigrazione”. Non c’è nulla di più sbagliato, le emigrazioni non possono essere cancellate.

Qual è allora la direzione giusta da prendere?
Quello che deve fare una democrazia è cercare di governare i flussi, secondo due principi: il primo è contrastare l’illegalità, contrastare il traffico di esseri umani, e contemporaneamente costruire percorsi legali per i migranti. In sostanza significa attivare dei corridori umanitari.

Renzi ha detto che considerare “una minaccia alla democrazia qualche decina di barche” è stato il vero errore, assieme allo Ius Soli, del Pd…
Non sono interessato a questo tipo di questioni. Sono uno che ha fatto e non ha chiacchierato, il “fronte interno” non mi appassiona, tantomeno le numerose posizioni del Pd.

 

 

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