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Mes, frizioni tra Conte e Di Maio: preoccupa la tenuta del governo

La porta socchiusa di Merkel
«C’è sempre e c’è sempre stato spazio» per la trattativa per i singoli Paesi, «ma ci sono anche regole che vanno rispettate» nell’interesse di tutti i Paesi membri, è la porta socchiusa lasciata oggi dalla cancelliera Angela Merkel, sponda spesso cercata da Conte anche nei momenti più critici. Un escamotage per rinviare all’inizio del 2020, osserva una fonte di maggioranza, potrebbe essere la situazione politica di Malta, dove le proteste incombono e Muscat è un premier alle sue battute finali. Ma si tratta di ipotesi, anche perché, dall’Eurogruppo sono piuttosto chiari: «La riforma del Trattato sul Mes è stata già approvata a giugno, stiamo solo discutendo la legislazione secondaria, meglio chiudere ora», sottolineano.

Le frizioni Conte-M5S
Gualtieri, insomma, difficilmente potrà fare miracoli. Tutto sta nel come il suo lavoro sarà accolto dal M5S. Movimento nel quale, per il premier, ci sono due ordini di problemi: l’atteggiamento di Di Maio e la tenuta dei gruppi. A pochi, alla Camera, è sfuggito l’atteggiamento del ministro degli Esteri durante l’informativa di Conte. Mentre i colleghi di governo annuivano Di Maio assisteva impassibile, senza mai applaudire. E al Senato il capo politico M5S non era in Aula, come anche una trentina di senatori del Movimento. Del resto, a qualcuno tra i pentastellati l’intervento di Conte è sembrato soprattutto una difesa di Gualtieri. E non è sfuggito il riferimento del premier – nelle ricostruzioni fatte in Aula – al fatto che «tutti i ministri» sapevano del negoziato. Tanto che, nel pomeriggio, lo stesso Conte è stato costretto a chiarire un concetto: nelle sue parole non c’erano frecciate a Di Maio ma il governo è «unito» nel voler migliorare il Mes.

Le mosse di Salvini e Renzi
Al Senato, però, in vista della risoluzione, si naviga in alto mare. «Bisogna fare interventi nel merito, bisogna studiare», spiega Laura Bottici, che si occupa da mesi e mesi della materia. Il problema, in realtà, è più generale e lega il Mes alle alleanze sulle Regionali fino alla durata e alla densità che nel M5S si vuole dare al governo giallorosa. Al Senato e alla Camera ci sono i pasdaran del Mes ma c’è anche chi, sull’argomento, prevede senza alcun rimpianto la caduta del governo. Ed è su questi esponenti che si concentra l’Opa di Matteo Salvini che, in Aula al Senato, non a caso punta il mirino proprio sulle divisioni tra Conte e il M5S. I malumori nel Pd si moltiplicano. Goffredo Bettini avverte che o si cambia musica o si chiude il sipario e i renziani, mai come in queste ore scettici sulla durata del governo Conte 2 (ma non della legislatura). Tutte tensioni che, se da un lato lasciano intatto l’intervento di emergenza su Alitalia, dall’altro rischiano di complicare le battute finali della manovra. Non a caso, da giorni, Conte pensa al rilancio del programma di governo subito dopo l’ok alla legge di bilancio. Il rischio, tuttavia, è che allora sia già troppo tardi.

PER APPROFONDIRE:
Se la Repubblica è fondata anche sul debito
Mes, 5 miti da sfatare sul Fondo salva-Stati

https://www.ilsole24ore.com/art/mes-frizioni-conte-e-maio-preoccupa-tenuta-governo-ACwINx2

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