La nuova direttiva del Viminale per ribadire alle Ong l’off limits dei porti italiani e ai migranti il divieto di accesso ai nostri confini è «doverosa, oltre che legittima e lecita, a fronte di un pericolo imminente». Vedi gli 800mila rifugiati potenziali preannunciati ieri dal premierl del governo di Accordo nazionale libico al-Serraj. Così fonti della Lega difendono il provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Salvini datato 15 aprile che chiede alle Forze di polizia di «vigilare» affinché navi come la “Mare Jonio” della Ong Mediterranea Saving Human (salpata domenica da Marsala e arrivata in acque internazionali davanti alla Libia) «non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa», soccorrendo migranti tra i quali potrebbero nascondersi presunti terroristi.
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Istruzioni che innescano però nuove tensioni tra Lega e M5S, divisi sulla linea da tenere sui porti. E provocano l’irritazione dei vertici della Difesa, la cui ministra Elisabetta Trenta ieri si era espressa per una maggiore apertura: «Con una guerra i migranti diventano rifugiati».
Tra i destinatari della nuova stretta contro le navi salva-migranti delle Ong non c’è infatti non solo il capo della Polizia e direttore generale della Pubblica sicurezza, Franco Gabrielli, ma anche il comandante dei Carabinieri, Giovanni Nistri, e quello della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, oltre al capo di stato maggiore della Marina, Valter Girardelli, il comandante della Guardia Costiera, Giovanni Pettorino e, “per conoscenza”, il capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. Uno sconfinamento, quello operato dal Viminale, che ha provocato sconcerto negli ambienti della Difesa e della Marina, al punto che la questione sarebbe stata anche oggetto – secondo varie fonti – dell’incontro di oggi al Quirinale tra il presidente Sergio Mattarella e il premier Giuseppe Conte.
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Oltre che alla Difesa, guidata dalla ministra pentastellata Elisabetta Trenta, l’iniziativa del Viminale non piace all’altro vicepremier, Luigi Di Maio. «Se veramente abbiamo il problema di 800 mila migranti in Italia, di certo non li fermiamo con una direttiva che nessuno ha mai ascoltato, lo dico a Salvini con tutta l’amicizia», ha messo in chiaro da Abu Dhabi. «Se vogliamo aiutare l’Italia – ha proseguito con una nuova punzecchiatura all’alleato leghista – molliamo quei Paesi che non accolgono i migranti, invece di allearci con loro, da Orban in giù».
La replica dell’alleato arriva a stretto giro. Fonti della Lega schierate a difesa della direttiva Salvini citano infatti l’articolo 12 del Testo Unico sull’immigrazione in base al quale le navi della Marina Militare «possono essere utilizzate» per «concorrere alle attività di polizia in mare». La stessa legge sull’immigrazione, all’articolo 11, attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità di emanare «le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana». Anche per questi motivi la Marina Militare – concludono le fonti vicine al Carroccio – è una delle maggiori beneficiarie delle rilevanti risorse messe a disposizione della Ue per il controllo dei flussi migratori e che il Viminale gestisce per la tutela delle frontiere marittime.
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