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Misteri della Massoneria: perché soltanto in Italia le liste sono segrete? Trasparenza per tutti

Continua l’inspiegabile rifiuto della Massoneria, diffusa in interi settori della Pubblica amministrazione, nella politica e nell’imprenditoria, alla pubblicazione delle liste, come avviene nel resto del mondo. Anche in Sicilia no alla trasparenza

“Un atto illegittimo e anticostituzionale” esordisce con toni apocalittici  Stefano Bisi, Gran maestro del Grande Oriente d’Italia, “che, dietro la bandiera di una strumentale pseudo trasparenza istituzionale da garantire, nasconde solo ed esclusivamente una profonda e radicata Massofobia già ampiamente mostrata durante i lavori della Commissione Antimafia di cui l’onorevole Claudio Fava è stato vicepresidente”. Un disegno di legge, approvato dalla prima commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana, impone l’obbligo di dichiarare l’affiliazione dei deputati e degli assessori regionali a logge massoniche e similari, non il divieto di appartenervi, ma “rappresenta per il Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani l’ennesimo grave tentativo antidemocratico, palesemente discriminatorio e in contrasto non solo con le norme della Costituzione della Repubblica Italiana, di dover imporre a dei cittadini facenti parte di libere e legali associazioni previste dall’articolo 18 della Carta Costituzionale, di manifestare a tutti i costi e ledendo il principio del diritto alla riservatezza, la propria appartenenza alla Massoneria senza alcun plausibile motivo”. C’è un piccolo dettaglio: la Massoneria non è una bocciofila e alla luce della cronaca recente e passata -ma anche attuale, perché vi sono interi settori nevralgici dell’amministrazione, anche locale, storicamente composti in gran parte da affiliati alle varie logge-, non si è rivelata soltanto una associazione ideale come previsto dai padri fondatori della Franc-maçonnerie nel ‘700. Basti pensare alla P2, alle varie “logge deviate” divenute tali solo dopo la scoperta di associazioni a delinquere o coinvolgimenti in episodi di corruzione e criminalità, ma prima logge a tutti gli effetti.
   “La Libera Muratoria” tuona il Gran Maestro  “ha una sua naturale e caratteristica riservatezza che deriva dal carattere iniziatico e dalla Tradizione ma che non è in conflitto con le leggi dello Stato e la legalità. Non ci risulta che ci siano stati e ci siano associazioni, clubs, partiti, circoli e quant’altro di cui si pretende a tutti i costi la messa in piazza delle proprie intime peculiarità. Che solo i massoni debbano farlo, come vuole l’onorevole Fava, appare quantomeno discutibile sul piano giuridico e morale, e denota il poco commendevole intento di marchiare gli affiliati alla Massoneria”. Dunque, Fava e l’Assemblea regionale siciliana sarebbero, per un vezzo, persecutori della Massoneria, invece che di altre associazioni. Ribadiamo il piccolo dettaglio di fondo: la segretezza non equivale alla riservatezza e continua ad essere incomprensibile il rifiuto dei “fratelli massoni” di pubblicare, se richiesto dalla legge, le proprie liste. Questo non vuol dire che poi un affiliato scelga personalmente la riservatezza e decida di non raccontare in giro la propria appartenenza. Non ci mica qualcosa da nascondere, per caso?

Ma, continua il comunicato oscuro (solo nel linguaggio, per carità) di Bisi: “Giustificare poi la richiesta di promulgazione di un simile obbligo normativo rivolto esclusivamente agli iscritti alla massoneria ed artatamente giustificato sull’asserita sussistenza di principi di “obbedienza” e “riservatezza” che un iscritto dovrebbe alla propria Loggia, significa mistificare la realtà giuridica al fine di creare un pregiudizio palesemente discriminatorio nei confronti di un associazione riconosciuta che, come detto, ha gli stessi obblighi e gli stessi diritti delle altre associazioni. In particolare, gli iscritti al Grande oriente d’Italia devono avere pari dignità e tutela degli iscritti in altri enti associativi per quanto riguarda la protezione dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche anche con riguardo al trattamento dei propri dati personali.” Dopo aver ricordato l’obbligo degli iscritti al Grande Oriente alla “dovuta obbedienza e la scrupolosa osservanza alla Costituzione dello Stato democratico italiano ed alle Leggi che ad essa s’ispirino”, il Gran Maestro conclude augurandosi “che L’Assemblea regionale Siciliana in sede di votazione del disegno di legge valuti attentamente la violazione dei precetti costituzionali e legislativi posti dai padri della Costituente e dell’Unione Europea a protezione dei diritti fondamentali dei cittadini che l’inverosimile proposta legislativa viola”. Continuiamo -ma è un limite nostro- a ritenere inverosimile un’altra cosa, e cioè il rifiuto categorico di pubblicare le liste.

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