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Moro, Andreotti, Berlusconi: quando la politica entra nel grande schermo

CINEMA & POTERE

È uscito nelle sale Hammamet, il film di Amelio su Craxi. Da «Todo modo» al «Caimano» passando per «Il Divo» i film sui leader e il potere in Italia

di Riccardo Ferrazza

12 gennaio 2020


Gianni Amelio: in “Hammamet” la caduta di un uomo di potere

5′ di lettura

A venti anni dalla morte, avvenuta in Tunisia il 19 gennaio 2000, arriva nelle sale il film di Gianni Amelio su Bettino Craxi, intitolato Hammamet , come la località nella quale il leader socialista aveva deciso di ritirarsi dal 1994 per sottrarsi alle inchieste giudiziarie di Mani Pulite e alle conseguenti condanne in Italia. Pierfrancesco Favino, nel ruolo del segretario del Psi (1976-1993), arricchisce la galleria dei leader politici portati sullo schermo. Alcuni attori hanno interpretato due volte lo stesso personaggio (è successo a Gian Maria Volontè con Aldo Moro), altri (come Toni Servillo) hanno prestato volto e corpo per impersonare uomini lontani tra di loro (come Giulio Andreotti e Silvio Berlusconi). Tutti, comunque, maschere del potere.

GUARDA IL VIDEO – AMELIO: IN “HAMMAMET” LA CADUTA DI UN UOMO DI POTERE

Tre volte Moro
In un eremo-albergo i notabili di un partito al governo da trent’anni si riuniscono per gli annuali esercizi spirituali,in realtà occasione per rinnovare il proprio potere e spartirsi incarichi. Una serie di delitti finirà per fare fuori tutti i personaggi principali, compresa la figura più importante, quella del “Presidente”. Todo modo di Elio Petri uscì il 30 aprile 1976, già in piena gestazione del compromesso tra democristiani e comunisti, ed era tratto dal romanzo omonimo di Leonardo Sciascia pubblicato due anni prima. È un film grottesco e caricaturale sulla Democrazia cristiana (che però non viene mai citata esplicitamente) in cui il protagonista finisce per essere Aldo Moro (“M.” nella finzione), interpretato con impressionante capacità mimetica da Gian Maria Volontè.

«Cestinai i primi giorni di lavoro perché la somiglianza di Volontè con Moro era nausenate, imbarazzante, prendeva allo stomaco» racconterà il regista romano. Alla sua uscita l’opera suscitò violente polemiche che spinsero Sciascia, che pure aveva riserve sulla riduzione cinematografica del suo libro, a difendere Petri: «Non esiste una Democrazia cristiana migliore che si distingua da quella peggiore, un Moro che si distingua in meglio rispetto a un Fanfani. Esiste una sola Democrazia cristiana con la quale il popolo italiano deve decidersi a fare definitivamente e radicalmente i conti». Il film ebbe una circolazione difficile e scomparve nei successivi trent’anni, certo non aiutato dalla tragica morte di Moro che rende atroce la scena finale in cui il presidnete della Dc viene assassinato in un bosco tra fogli svolazzanti che sembrano preludere al suo celebre “Memoriale”.

Da un finale quasi preveggente a uno alternativo e onirico: è quello di Buongiorno, notte (2003) di Marco Bellocchio. La storia del sequestro, la prigionia e l’assassinio di Moro vista dai terroristi in cui uno dei carcerieri (nella realtà Anna Laura Braghetti) sogna di lasciar fuggire l’ex presidente del Consiglio, intepretato da Roberto Herlitzka. Bellocchio ha annunciato nel 2017 di voler tornare sull’argomento con una serie tv che si intitolerà Esterno notte. «Stavolta i protagonisti saranno gli uomini e le donne che agirono fuori della prigione, coinvolti a vario titolo nel sequestro, la famiglia, i politici, i preti, il Papa, i professori, i maghi, le forze dell’ordine, i servizi segreti, i brigatisti in libertà e in galera, persino i mafiosi, gli
infiltrati… Protagonisti celebri, sempre in tv e sui giornali,
ma anche sconosciuti».

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