Nelle intenzioni del suo iniziatore, il nome sfugge alla logica del marketing richiamandosi espressamente alle «nostre radici culturali e politiche, quelle del liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo»
di Nicola Barone
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Arriva prima via social e in rete il movimento di Carlo Calenda, denominato Azione, che stamani sarà presentato alla sede della Stampa estera a Roma. «Azione – Per una democrazia liberal-progressista» è il titolo del manifesto del soggetto politico dell’europarlamentare, ex ministro, uscito dal Partito democratico dopo l’alleanza con i Cinque Stelle.
«Ora basta! L’Italia è un grande Paese», si legge nel testo che accompagna sul sito un video di Calenda, «nessuna maledizione ci condanna a dover scegliere tra i disastri dei populisti e quelli dei sovranisti». Il nome Azione, nelle intenzioni del suo iniziatore, sfugge alla logica del marketing richiamandosi espressamente alle «nostre radici culturali e politiche, quelle del liberalismo sociale e del popolarismo di Sturzo».
Ammessa la doppia tessera
Azione «diventerà il pilastro di un grande Fronte repubblicano e democratico capace di ricacciare populisti e sovranisti ai margini del sistema politico – si legge nella parte finale del documento pubblicato online -. Per questo consentiremo la doppia tessera. Non vogliamo escludere ma al contrario tenere le porte ben aperte. Il nostro obiettivo non è frammentare ulteriormente il sistema politico, ma lavorare per l’unità e il rinnovamento delle forze liberaldemocratiche».
Per Calenda «l’Italia non è in sicurezza. Non lo è a causa dell’alto debito, dello sperpero di denaro pubblico, dell’incompetenza e della mancanza di consapevolezza e responsabilità. E non è solo colpa della politica. I nostri rappresentanti ce li scegliamo. Nessuno di noi assumerebbe uno degli attuali leader politici per gestire la sua attività. Eppure gli affidiamo lo Stato, perché non lo sentiamo nostro fino in fondo».
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